REDAZIONE RAVENNA

La nuova vita di William Jidayi Dalla serie B alla polizia locale

Dopo la carriera calcistica, il 37enne ha deciso di cambiare ambito: ora è un agente a Cervia "Non mi attirava il ruolo di dirigente o allenatore e l’ho sempre saputo: cercavo qualcosa di diverso"

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Allenatori, osservatori, dirigenti o commentatori. Il dopo calcio giocato, in genere, porta i calciatori a restare nell’ambiente. Certo non sarà Taribo West, oggi pastore pentecostale o Hitetoshi Nakata, famoso esperto di sake. Ma la nuova vita di William Jidayi, quasi 400 partite – di cui la metà in serie B – in carriera, è davvero differente rispetto alla precedente. Lui, ravennate purosangue, che proprio in giallorosso ha iniziato e concluso la sua carriera, ha superato il concorso ed è diventato agente di polizia locale del Comune di Cervia. Insomma, da difensore a difensore dell’ordine il passo può essere brevissimo. "Se prima provavo a regalare emozioni sul terreno da gioco – scherza lo stesso William Jidayi, 38 anni il prossimo 9 agosto – adesso lo faccio sulla strada. In verità ho sempre saputo che una volta smesso non sarei rimasto nel calcio perché non mi attirava il ruolo di dirigente o di allenatore. Poi, sinceramente, non mi pongo limiti o preclusioni: magari fra qualche anno la penserò diversamente ma adesso cercavo qualcosa di diverso".

I fratelli William e Christian Jidayi, oltre ad avere innegabili doti calcistiche, hanno sempre avuto i piedi ben saldi a terra. "Sono perito agrario – prosegue Jidayi – e mi sono diplomato a suo tempo all’Istituto Perdisa di Ravenna. A casa nostra veniva considerato molto importante studiare: il calcio era la nostra passione e ci ho giocato da quando avevo 9 anni. Ma studiare e diplomarsi è fondamentale. Se posso dare un consiglio ai giovani calciatori è quello comunque di non trascurare mai gli studi. Perché anche se hai la fortuna di giocare a lungo tra i professionisti, poi quando smetti si torna sempre e comunque nella vita reale". Grazie a quel diploma, William Jidayi ha potuto partecipare al concorso che lo ha portato a vestire la divisa della polizia locale. "Mi sono interrogato a lungo su quello che avrei avuto voglia di fare, una volta terminato di giocare. O anche che cosa sarei stato in grado di fare: poi mio fratello è entrato nella polizia locale a Gambettola e, per quanto non possa dire che lo abbia fatto per emularlo, sicuramente mi è servito da ispirazione. Così mi sono messo a studiare e l’ho fatto per tutto l’inverno, perché le cose vanno fatte bene e una volta uscito il bando ho partecipato e sono entrato nella graduatoria. Fino alla chiamata del maggio scorso". Una squadra ha le sue regole, un po’ come chi veste la divisa. "Ci sono regolamenti e gerarchie da rispettare come in un club di calcio: per me è facile farlo ed è davvero una bellissima esperienza. Proprio ieri ho soccorso una persona che si era sentita male e dopo l’arrivo dell’ambulanza mi ha lungamento ringraziato: sono meravigliose soddisfazioni. E spero siano belle sensazioni quelle che ci regalerà il Ravenna, di cui leggo avidamente le notizie e che seguirò sempre con affetto".

Ugo Bentivogli