Il rimpasto di giunta di martedì ha provocato inevitabili sconquassi all’interno della maggioranza. Ad offrire il petto al Partito democratico è stato il Partito repubblicano, quasi contento di ricoprire l’incarico di vittima sacrificale. Meglio: una parte dell’Edera ha accettato senza fiatare (all’apparenza) il rimpasto, attraverso il quale l’incarico di vicesindaco è stato tolto al repubblicano Eugenio Fusignani e affidato all’assessore Fabio Sbaraglia, esponente del Pd. Una scelta che pubblicamente è stata presa collegialmente, ma nella quale - come logica vuole - l’ultima parola è toccata al sindaco uscente (e neo presidente della Regione Emilia Romagna) Michele de Pascale.
Tutto bene? Naturalmente no. Il macigno nello stagno lo lancia la minoranza del Partito repubblicano, capitanata dall’avvocato Paolo Gambi e da Luisa Babini (sono andati invece a vuoto i tentativi di contattare Fusignani). La minoranza dell’Edera ha diffuso una nota dove ogni parola è un calcio negli stinchi (il titolo d’altra parte è ’Pd rullo compressore – Scippato il vicesindaco al Pri’). "Pensavamo di averle viste tutte, ma ci sbagliavamo. Anche se si era capito che l’aria che tirava era proprio quella che si è manifestata", sono le prime righe del documento.
"Allo scopo di garantire a sé stesso la continuità nella gestione del potere, il Partito democratico ravennate toglie di mezzo senza tanti problemi il vice sindaco del Partito repubblicano (Fusignani, ndr) e nomina in quella carica istituzionale un proprio fedelissimo (Sbaraglia, ndr), così la reggenza dopo l’elezione di de Pascale a Presidente della Regione, nei mesi che ci separano da oggi alle elezioni comunali di primavera è messa al sicuro". Per la minoranza del Pri cittadino sono "due i messaggi che il Partito democratico lancia" con questa decisione.
"Uno di tipo generale: qui comando io e non si discute. Uno al Pri: non siete nessuno, qual è il vostro ruolo lo decido io e zitti. Una pessima pagina della politica ravennate ed un pessimo inizio per il nuovo Presidente della Regione".
Ancora: "Buio fitto, invece, per la dirigenza del Pri di Ravenna che, con ogni evidenza, ha condiviso il percorso automutilante, magari in cambio della miracolosa resurrezione del vice sindaco dopo le elezioni comunali, senza un minimo di dignità nè un sussulto di orgoglio. E senza nessuna discussione in casa repubblicana". Passaggio interessante, quest’ultimo, perché conferma l’assenza di qualunque tipo di discussione sulla scelta di farsi ’scippare’ l’incarico di vicesindaco senza alcun tipo di confronto o votazione da parte del direttivo. Risulta convocata una riunione dell’Edera lunedì 2 dicembre, quando però i presenti non potranno fare altro che prendere atto di quanto deciso da Fusignani e altri (pochi? Molti?), senza coinvolgere il direttivo. C’è curiosità, da parte della minoranza del partito, di conoscere le motivazioni che hanno portato Fusignani e soci ad accettare il demansionamento politico-amministrativo (l’aver ottenuto la delega per le Politiche della salute sa tanto di agente nebbiogeno, buono giusto a rendere meno chiaro il quadro). Il voto alle comunali è previsto nella primavera nel prossimo anno: chissà quali saranno i rapporti tra Pd e Pri (oltre che all’interno della stessa Edera).
Luca Bertaccini