
Una casa di riposo è al centro di una accesa battaglia legale (. foto di repertorio
A Coccolia va in scena da anni una battaglia legale degna di un thriller giudiziario. Protagonisti: l’“Asilo dei Nonni” e il suo ex amministratore, Giuseppe Russo, oggi 86enne, accusato di un’appropriazione indebita di oltre 70mila euro, in concorso con la moglie. Una storia che mescola finanza, arte, querele e persino cani da pet-therapy. Russo, ex paramilitare alla base Nato di Sigonella, dopo la pensione si trasferisce a Baden-Baden, in Germania, dove si reinventa gallerista. Nel 2005, su invito della moglie ravennate, accetta la sfida di risanare le casse della casa di riposo di Coccolia. Sotto la sua guida nasce anche “La Voce dei Nonni”, un giornalino dedicato agli ospiti. Ma nel 2021 qualcosa si incrina e Russo si ritrova messo alla porta, accusato di gravi irregolarità nella gestione economica. Ieri, nell’ultima udienza del processo che lo vede imputato, ha parlato una socia che fu chiamata come consulente dal CdA per esaminare la situazione patrimoniale dell’istituto. A proprio dire, quello che ritrovò fu un quadro allarmante, un buco da "un milione di euro", conti in disordine e fondi usati in modo improprio. Tra le contestazioni a Russo spiccano l’utilizzo del bancomat della struttura per spese personali, l’acquisto di due cani (che lui giustifica come impiegati nella pet therapy), il pagamento di rimborsi chilometrici non dovuti e l’intreccio tra il patrimonio della casa di riposo e la sua galleria d’arte.
Ma Russo non ci sta e si dipinge come benefattore, chiamato per risanare e non prosciugare i conti. Il suo avvocato, Enrico Visciano del foro di Milano, ha fatto emergere come il suo assistito sia già stato prosciolto da accuse di truffa, infedeltà patrimoniale e perfino invasione di domicilio, quando nel pieno del Covid rientrò nella struttura per “salutare i nonni”. Russo sostiene di essere stato vittima di una manovra per estrometterlo, orchestrata – secondo lui – dalla figlia di chi lo aveva chiamato anni prima. Rivendica inoltre di aver donato alla struttura, oltre a quadri e pezzi di antiquariato, 150.000 euro, e di aver subito il sequestro di effetti personali, tra cui lettere intime. Il CdA dell’“Asilo dei Nonni”, assistito dall’avvocato Sara Balzani, è parte civile nel processo e non arretra. La testimone di ieri ha raccontato di aver trovato mutui accesi da Russo senza coperture adeguate e contributi Inps non pagati. Oggi la casa di riposo dichiara di aver risanato tutte le falle economiche. Nelle prossime udienze saranno ascoltati altri testimoni dell’accusa, mentre a ottobre la parola passerà agli imputati. Nel frattempo, la guerra di querele incrociate prosegue, con l’ex ’ad’ che a sua volta denunciato la cooperativa. Una battaglia che, a giudicare dai toni in aula, è ancora ben lontana dalla parola fine.
Lorenzo Priviato