Il decennio di tassi a zero e sottozero ha rivoluzionato la cultura e le consuetudini del risparmio e di fronte a tutto questo servono da un lato proposte innovative e dall’altro una riforma che riduca rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine in Italia. Ne ha parlato ieri a Roma, in occasione della Giornata del risparmio, il presidente dell’Abi e de La Cassa di Ravenna Antonio Patuelli. All’incontro sono intervenuti il presidente dell’Acri, Francesco Profumo, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. "Gli investimenti del risparmio nell’economia produttiva – ha ribadito Patuelli - non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio. Occorre non confondere e distinguere i rendimenti investiti in attività produttive a medio e lungo termine, rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine. In Italia sono agevolati soltanto gli investimenti nel debito pubblico, gravati dall’aliquota ridotta del 12,5% di tassazione per favorirne il collocamento. Il risparmio collocato in liquidità subisce l’aliquota del 26% e gli investimenti nelle imprese di ogni genere sono gravati dal massimo della tassazione che supera il 50% e non incoraggia il risparmio a dirigersi verso investimenti produttivi". E adesso ci si mettono anche gli alti tassi di interesse e, ha ribadito Patuelli, "chiediamo alla BCE di combattere l’inflazione evitando una nuova recessione: bisogna soprattutto incentivare lo sviluppo". Per quel che riguarda le banche, la concorrenza al loro interno sta facendo gradualmente crescere i rendimenti anche sulla liquidità nei conti correnti "e i risparmiatori ottengono i migliori rendimenti negli investimenti in liquidità, vincolando i depositi a scadenze predefinite". Infine, le banche in Italia hanno un maggior carico di mutui a tasso fisso (oltre il 60%), rispetto a quelli a tasso variabile e l’Abi, ha concluso Patuelli, "ha pubblicato un memorandum di iniziative bancarie per aiutare i mutuatari in difficoltà per far fronte alla crescita dei tassi variabili"
Giorgio Costa