La collina in ginocchio. Frana sulla provinciale a San Cassiano. Evacuazioni a Marzeno

In serata l’arrivo "dell’onda improvvisa di grande entità" da Modigliana. Le scuole allestite per accogliere gli sfollati (130 a Brisighella). L’amarezza degli agricoltori: "I nostri terreni sono di nuovo sommersi".

La collina in ginocchio. Frana sulla provinciale a San Cassiano. Evacuazioni a Marzeno

Il torrente Marzeno ieri mattina: il livello era già molto alto (foto Tedioli)

Per l’Appennino faentino sono di nuovo ore di tregenda: le piogge delle ultime ore hanno seminato il panico per tutta la giornata di ieri in moltissimi punti delle vallate. A Brisighella ci sono 130 sfollati .ella serata di ieri la provinciale 302R è stata chiusa dalla Provincia per "allagamenti profondi" dalla località di San Cassiano fino al confine con la provincia di Firenze. Grande apprensione anche a Marzeno, sopra l’omonimo torrente, dove ieri sera verso le 19 il Comune di Brisighella ha disposto l’evacuazione di tutti i residenti delle vie Moronico, Moto delle Balze e Molino Vecchio per "un’onda improvvisa e di grande entità" in arrivo da Modigliana. La scuola di via Bendandi è stata allestita per gli sfollati. L’incubo nella frazione si era materializzato già intorno a mezzogiorno, quando le acque si sono alzate al punto da lambire il ponte, col rischio di trascinarlo a valle: il dramma sembrava essere poi stato evitato nel pomeriggio, con l’affievolirsi delle piogge. Fino al risvolto della serata, con la piena in arrivo da Modigliana. Nel frattempo varie parti del comune di Brisighella erano giù allagate, in particolare i campi sportivi posti nelle vicinanze del Lamone.

Anche a San Cassiano, dove poi in serata la strada è stata chiusa, i primi problemi si erano manifestati già dalla mattina. Ed è lì che fin da subito si sono temuti i danni maggiori, in coincidenza con la grave frana che l’anno scorso bloccò la provinciale che conduce a Marradi. Già verso mezzogiorno infatti le montagne circostanti hanno ricominciato a riversare sulla carreggiata torrenti di fango e detriti. È l’Appennino che si sbriciola, che frana a valle, riempiendosi di fessurazioni che possono dare vita a nuovi grandi smottamenti. Una casa poco lontana, sulla provinciale, ha visto spuntare dal nulla, alle sue spalle, una cascata di fango che ieri non c’era. Un’altra cascata, all’altezza di Sant’Eufemia, è anch’essa comparsa in queste ore: le acque di color marrone si lanciano per varie decine di metri dalla cima dei monti, per poi sprofondare nel Lamone. Sono di colore scuro, composte di pioggia e di la terra che fino a poche ore prima costituiva l’Appennino. In serata strade chiuse nel territorio di Brisighella per le frane sulla provinciale Valletta e in via Rio Chiè. "Dopo il disastro di maggio 2023 abbiamo ripulito tutto e ’grattato’ le sponde delle frane – dice il sindaco Massimiliano Pederzoli – ma senza fondi non si possono fare i consolidamenti strutturali".

Nelle vallate più a ovest la situazione non è migliore: "Diversi terreni lungo il Senio – fa notare Coldiretti Ravenna – sono di nuovo sommersi, sempre per i problemi innescati dagli eventi calamitosi dello scorso anno. Occorre intervenire immediatamente su tutta la rete fluviale".

Fra chi ha visto il proprio terreno travolto di nuovo dalle frane c’è anche il presidente di Confagricoltura Ravenna Andrea Betti: "La frana che c’era prima a Gallisterna si è allargata di un centinaio di metri, e deve ancora smettere di piovere. A Fognano, a Sant’Adriano, vari colleghi sono nella stessa situazione, con frane di nuovo riattivate". Risalendo la vallata la situazione è ancora peggiore, anche se non è ben chiaro quanto: "Casola Valsenio è di nuovo isolata, sappiamo solo che sono piovuti 200 millimetri di pioggia. Nei campi che sorgono lungo i versanti ci aspettiamo il peggio. Come tanti, anch’io stavo ancora completando la perizia per i danni 2023. Ora che dobbiamo fare? Qui si brancola nel buio. Abbiamo perso la produzione 2023 e quella 2024, ora è a rischio anche quella 2025: in autunno avremmo dovuto seminare".

Filippo Donati

Sara Servadei