La bellezza delle poesie di Alessandra Maltoni

Un parallelo tra il libro di Florenskij e la raccolta di Maltoni, entrambi ispirati a Dante, evidenzia la coesistenza di ragione e scienza, con spazi fisici e concettuali come elementi centrali.

Nei primi anni ‘20 del novecento uscì un libro di Pavel Florenskij, prete ortodosso e grande matematico, intitolato “Gli immaginari della geometria”, con un capitolo dedicato anche a Dante e alla Commedia. La giovane autorità sovietica fu messa in sospetto dalla copertina, di Vladimir Favorskij: l’accostamento tra figure piane e curve, con elementi di contaminazione, pareva prestarsi alle nuove teorie di Einstein sulla relatività, e dare l’idea di altre dimensioni da quella materiale.

Vorrei utilizzare questo parallelo, per descrivere quanto più mi ha colpito della nuova raccolta di Alessandra Maltoni, ingegnere con la passione per la poesia: “Spazi di parole”. Opera piena di osservazioni, parte con diversi testi sulla crisi pandemica. Poi nella sezione centrale il fulcro è Dante, in stretto collegamento col finale del libro dove sono in primo piano gli “spazi”, fisici e concettuali, e, come nel libro del pensatore russo, le geometrie. A circa un secolo di distanza, sembra rinnovarsi il tema sulla coesistenza della ragione e della scienza, in Dante, con i piani della realtà su cui indagare, sotto un profilo che qui non sconfina in ambito religioso, ma non per il bisogno di negarlo. E ancora va notata la bella copertina, dell’artista ravennate Roberto Pagnani. Ma in questo caso ... senza alcun sospetto.

Matteo F. Camerani