La ’barca’ di Teodorico. Ultimi accertamenti tecnici poi il restauro e l’esposizione

A breve i tecnici della Soprintendenza effettueranno un sopralluogo nel deposito di via Zara per operare carotaggi e valutare le condizioni del legno prima di avviare il recupero.

La ’barca’ di Teodorico. Ultimi accertamenti tecnici poi il restauro e l’esposizione

La ’barca’ di Teodorico. Ultimi accertamenti tecnici poi il restauro e l’esposizione

A venticinque anni dal ritrovamento e a nove mesi dal ritorno a Ravenna tutta ‘ingessata’ in speciali resine, per la ‘barca di Teodorico’ sembra finalmente all’orizzonte il momento dell’ultima (indubbiamente ancora lunga) tappa, ovvero quella del restauro, ad opera della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. A giorni sono infatti previsti sia un sopralluogo al deposito in cui si trova, in via Zara, dei tecnici della Soprintendenza sia un incontro fra Soprintendenza e Comune per un monitoraggio dell’intero percorso (contingentato nei tempi, come vedremo) che va dalla predisposizione del progetto per l’avvio del restauro all’esposizione della barca al museo di Classe.

Il sopralluogo è finalizzato all’effettuazione di alcuni carotaggi per un ulteriore accertamento delle condizioni delle strutture lignee. Come si ricorderà, il primo intervento per consolidare i legni della barca, venuta alla luce nel novembre 1998 nei pressi del mausoleo di Teodorico, fu effettuato nel laboratorio del Museo del Mare di Comacchio e si concluse con un vero e proprio ‘bagno’ con speciali resine. Questa tipologia di intervento terminò nel 2008, a dieci anni dal rinvenimento, mentre per altri tredici anni sulla ‘barca di Teodorico’ è sceso il silenzio totale. E solo per le pressioni del Museo di Comacchio che aveva necessità del locale e del Comune di Ravenna che reclamava il ritorno del reperto archeologico, fra il 2021 e il 2023 la Soprintendenza effettuò le prime indagini sullo stato delle strutture, anche in vista dello ‘sfratto’ dal Museo e del trasferimento della barca a Ravenna.

Ora occorrono altri carotaggi in vista del progetto esecutivo per il definitivo restauro: progetto e finanziamento dei lavori sono a carico della Soprintendenza. Al Comune spetta invece l’allestimento della destinazione finale dell’imbarcazione, al Museo Classis. Dal 2021 è infatti in cassa un finanziamento di un milione e mezzo di euro, erogato dal ministero allora presieduto da Franceschini, finalizzato alla predisposizione del locale che la ospiterà. Finanziamento (parte peraltro di una somma pari a due milioni e mezzo per lavori anche all’area e alla basilica di Classe) condizionato al rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori, previsti in un primo momento al 31 dicembre 2025 e poi, per via del Covid, slittato di un anno. Inderogabilmente quindi per quella data il Museo Classis vedrà predisposto il locale per l’imbarcazione e, parallelamente, la barca potrebbe essere lì trasferita e lì, verosimilmente, avviato il restauro dato l’incompatibilità del magazzino di via Zara con tali lavori. Qualche anno fa l’orientamento era quello di procedere a tali operazioni ‘in pubblico’, nel luogo del collocamento, appunto a Classe. Tale orientamento permane, ma per la ostensibilità o meno dei lavori occorrerà fare i conti con la tipologia di restauro necessaria. Carlo Raggi