REDAZIONE RAVENNA

Kiwi rosso: stop a 2 vivai "Caso di contraffazione"

Per il giudice è la stessa varietà protetta da diritto di commercializzazione. Analisi genetica rivelatrice. Coinvolte un paio di srl di Castel Bolognese

Molti lo collocano nell’aristocrazia dei kiwi. Sarà per questa ragione che il suo prezzo al supermercato può arrivare fino ai 15-17 euro al chilo: si chiama Red Passion anche il suo nome tecnico è Rs1 che sta per ’red sun’. Sì, perché nel Paese d’origine, la Cina, lo chiamano sole rosso con chiaro riferimento al colore della sua gustosa polpa.

Il titolare del brevetto è invece la neozelandese Enza ltd. Ma se vi raccontiamo questa storia del kiwi rosso, è perché si è infilata da cima a radici fin dentro al comprensorio faentino, notoriamente terra di kiwi. Nella fattispecie due note aziende di di Castel Bolognese alle quali, attraverso specifica ordinanza, il giudice Giovanni Salina, della sezione specializzata in materia di impresa, ha inibito produzione e distribuzione del prezioso frutto. E se non dovessero farlo, si troverebbero a pagare una penale pecuniaria di 200 euro per ogni giorno di ritardo.

Un vero e proprio terremoto nel mondo dei kiwi partito dal ricorso proposto da un vivaio trevigiano su delega del consorzio Kiwi Passion (titolare della commercializzazione del prodotto) per lamentare contraffazione. Una questione tutt’altro che semplice - tanto che le spese di lite a carico della due società castellane sono state dimezzate - passata anche attraverso una analisi completa del dna del kiwi, prima volta in Europa.

"Indagini e analisi specialistiche estremamente complesse, prolungate e laboriose" - ha scritto il giudice nella sua ordinanza - al termine delle quali il perito incaricato, "pur rilevando alcune formali difformità morfologiche", ha stabilito che la corrispondenza "è quasi univoca". I rilievi che hanno tagliato la testa al toro, sono però stati quelli genetici affidati "a un centro di eccellenza: l’Iga Technology di Udine". In questo caso l’esperto ha chiarito che "il risultato conferma in modo inequivocabile che i sei campioni di materiale fogliare consegnati all’Iga sono geneticamente identici" e che perciò "le varietà prodotte e commercializzate" dalle due società di Castel Bolognese "per caratteri genetici sono identiche alla varietà Rs1".

Lievemente differenti le posizione delle due aziende castellane. Una anni addietro aveva ricevuto materiale di propagazione vegetale (piantine, semi) dalla titolare del brevetto con successivi contratti verso produttori individuati dalla stessa Enza ltd come una sorta di vivaio. L’altra aveva presumibilmente perfezionato la varietà in questione registrandola. In ogni caso, terminata la fase cautelare, il consorzio appare ora pronto a intraprendere la causa di merito per farsi riconoscere il risarcimento del danno. In questo caso potrebbero essere coinvolti quei produttori che in seconda battuta avevano ricevuto le piante in questione. Molto di loro tuttavia hanno nel frattempo aderito al consorzio facendo così venire meno ogni eventuale frizione legata alla contraffazione del prezioso kiwi rosso.

a.col.