REDAZIONE RAVENNA

"Dopo il Jova Beach Party spazio ai grandi eventi a Marina di Ravenna"

Il sindaco Michele de Pascale: "L'evento può aprire una stagione nuova. Abbiamo notevoli potenzialità"

Jova Beach Party a Marina di Ravenna, il sindaco: "Un successo, e non finisce qui"

Jova Beach Party a Marina di Ravenna, il sindaco: "Un successo, e non finisce qui"

Ravenna, 11 luglio 2022 - Il giorno successivo al Jova Beach Party non c’è nessun languore da dopo spettacolo e, incredibile a dirsi, nessuna polemica: solo tanto entusiasmo e un insieme di indicazioni positive da cogliere. Tra i più soddisfatti il sindaco Michele de Pascale che ha voluto fortemente la tappa e ha vissuto i due giorni di concerto (venerdì e sabato) da mattina a notte tra i fan di Jovanotti arrivati da tutta Italia.

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Sindaco, 70mila persone a Marina di Ravenna, nessun incidente e zero polemiche: l’organizzazione ha funzionato?

"Con questi numeri la località può parlare di un grande successo. Era la prima volta nella storia di Marina, e forse anche di Ravenna, che si realizzava un evento di queste dimensioni, ed è andata molto bene. Ho visto entusiasmo ovunque: sorrisi tra chi era impegnato a lavorare perché tutto andasse per il meglio e la soddisfazione dei ravennati: è una esperienza che io non dimenticherò mai".

È il segnale che anche qui si possono allestire grandi eventi?

"Noi siamo una città leader in Italia sul livello della qualità rispetto a eventi da 2000-2500 persone e con il nuovo palazzetto arriveranno a 6mila. È chiaro che non abbiamo le infrastrutture che hanno altre località per mega concerti come ha l’Emilia, ma questa modalità di grandi eventi sulla spiaggia ha aperto una opportunità che Ravenna non aveva mai avuto".

Per questo si respirava un grande timore precedente all’evento a differenza di altre città che hanno ospitato il Jova beach?

"Quando ci siamo candidati a ospitarlo per me la domanda era chiara: abbiamo l’ambizione di essere una località turistica oppure no? Perché con quella ambizione non potevamo non giocare quella sfida. Ma io sono da sempre convinto che i nostri lidi abbiano una grandissima potenzialità".

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Potenzialità sfuttata anche per l’indotto in questa ’due giorni’?

"L’area di concerto e le attività del paese è come se fossero tutt’uno, i riscontri che ho avuto dalle attività sono stati al limite del commovente. Ma devo dire che ci hanno creduto e si sono fatte trovare preparate in termini di personale, di prodotto offerto, di comunicazione: nessuno ha speculato. Avere tanta gente non significa automaticamente avere un indotto, ma il paese è stato perfetto".

Gli stabilimenti potevano stare aperti fino alle 3 per accogliere chi usciva dal concerto, pochi l’hanno fatto, c’era paura?

"Non solo, gestire le capienze non è facile per gli stabilimenti, se hai capienza da 500 persone e ne arrivano 7mila? Poi anche il pubblico, in costume dalle 3 del pomeriggio: credo che sarebbe stato difficile farli riversare nei bagni. Per gli stabilimenti penso che l’aspetto positivo sia il ritorno di promozione della località. Quanto a ritorno per la località devo fare un ringraziamento. Parto dalle forze dell’ordine, la sicurezza, la polizia locale; i quattro stabilimenti balneari che ci hanno concesso gli spazi e i Marinai d’Italia: se mi avessero detto di no subito non si sarebbe fatto nulla".

Parlando di immagine della località quale vede oggi? Dopo un passato da ’capitale degli happy hour’, poi il taglio drastico e la ricostruzione di un lido più balneare ma sempre con una netta divisione tra spiaggia e paese.

"Io mi sono battuto e tappato le orecchie rispetto a scetticisimo e disfattismo per il Jova Beach. L’ho fatto perché vedo in un evento così la svolta: è un evento che può aprire la stagione nuova di Marina. Come ci insegna Jovanotti c’è un divertimento sano e meraviglioso. E lo insegna sia a chi è contro ogni tipo di divertimento ma anche a chi non riesce a proporne uno sano. Non accetterò mai il concetto che per fermare chi fa male il diverimento bisogna colpire anche chi fa bene".

Nella stagione nuova di Marina ci sarà il Parco marittimo.

"La Marina come la conosciamo oggi dalla prossima estate non ci sarà più. E sarà più ’verde’: l’evento ha dimostrato che i parcheggi Scambiatore e del Marchesato hanno funzionato perché non si sono mai riempiti fino in fondo".

Qualche problema c’è stato la prima sera per le code per il navetto. Un servizio da implementare anche in vista di una maggiore pedonalizzazione?

"La seconda sera il navetto ha funzionato benissimo quindi la scelta di pedonalizzare maggiormente è una strada buona. L’idea che la vacanza funzioni solo se le auto arrivano sotto gli ombrelloni è un errore concettuale".

Era bella Marina piena di gente a piedi. Si può pensare a una ulteriore pedonalizzazione?

"Il fatto che Scambiatore e Marchesato assicurano una quantità di sosta sufficiente alle esigenze di Marina apre questa evidenza. E la eventuale pedonalizzazione andrà costruita insieme alla località e modulata sulle fruizioni: diversa dall’inverno all’estate e diversa tra alta e bassa stagione. Sì, quella parte di Marina piena di gente a piedi era bellissima".

Sui social è tornato anche il tema, forse l’illusione del Beach stadium. È un’illusione?

"Il tema è affascinante: per realizzare una grande struttura occorre poi avere le risorse per tenerla utilizzata per un periodo lungo. Ricordiamoci che il Jova Beach è totalmente autoprodotto. Io in questo momento sono molto riconoscente ai gestori di quegli stabilimenti che si sono dimostrati così disponibili e l’argomento andrà affrontato in futuro con loro. Ma è chiaro che quell’area si presta e dobbiamo pensare a fare sì che un evento come questo non timanga un unicum".