Segue dalla Prima
Anche qui come allora e come in tutte le guerre, ci sono degli innocenti che vengono uccisi. Soprattutto se sono bambini o anziani siamo colpiti e rimaniamo feriti anche noi…Le azioni violente organizzate (guerre, terrorismo, attentati mafiosi, anche alcune violenze sulle persone più vicine…) di solito sono preparate: perché non sono state interrotte, denunciate, smascherate?
Abbiamo tante scuse, che però non ci possono mettere al riparo, per non accettare una complicità collettiva e anche personale. Ma se in cuor nostro accettiamo di sostenere una delle parti in conflitto e riteniamo ineluttabile l’azione o la reazione violenta, siamo già complici. Prima di vedere le cause esterne di un conflitto nelle questioni economiche, politiche, militari ecc. ricordiamo le cause interne che ci spingono a desiderare il male, la violenza, l’inganno, la divisione, la morte dei fratelli. Siamo tutti a rischio esposti al demone della guerra che trascina dietro di sé soprattutto chi non è forte nella fede e nella carità. Per far cambiare questo mondo è nato Gesù.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” si trovava già nella Legge e nei profeti dell’Antico Testamento. È il comando che avrebbe salvato Abele da Caino, l’innocente dal violento, il fratello dal fratello invaso dall’odio. “Amatevi come io vi ho amato”, io che sono “mite e umile di cuore”: è la parola di Gesù detta anche per noi oggi. Finché non ci si lascia riempire il cuore dalla Parola di vita di Gesù e non si coltiva una vera rinuncia all’aggressività, alla brama di potere, alla sete di affermazione personale, non ci sarà pace, né giustizia, né amore.
Creiamo noi credenti una catena di persone che vogliono il bene di ogni fratello o sorella, ricongiungiamo i rapporti interrotti e a rischio, diffondiamo la ricerca della cura per la vita e la persona dell’altro, di ogni altro. Basta morti innocenti, basta fratelli uccisi dai fratelli.
Ma non c’è altra via che quella “comandata” da Paolo ai Romani: "Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti" (Rm 12,14ss).
Facciamoci questo augurio per un santo Natale.
Arcivescovo Lorenzo Ghizzoni