Sempre più anziana, con una speranza di vita che aumenta ma senza ricambio generazionale, con un tasso di disoccupazione tra i più bassi in Italia e in diminuzione anche nel 2023, anno flagellato dalle alluvioni. La sede Inps di Ravenna fotografa il territorio e ne esce un quadro a luci e ombre caratterizzato da una società sempre più vecchia a cui l’immigrazione dà comunque una risposta molto parziale. È quel che è emerso ieri da un incontro presso la Prefettura di Ravenna, introdotto dal Prefetto Castrese De Rosa.
Iniziando dai dati sulla popolazione, il direttore della sede Inps di Ravenna, Roberto Cefalù, ha ribadito come Ravenna sia una "provincia vecchia ma del buon vivere". I numeri infatti dicono che su un totale di 387.273 residenti a fine 2023 solo l’11,6% è nella fascia compresa tra 0 e 14 anni (in Emilia-Romagna, come in Italia, siamo al 21,1%) mentre il 26% ha da 65 anni in su (in Emilia-Romagna siamo al 24,7%). Parallelamente la speranza di vita alla nascita è da record con Ravenna a 85,2 anni per le femmine e a 81,7 per i maschi, grosso modo come l’Emilia-Romagna, ma decisamente meglio del dato italiano che si ferma, rispettivamente, a 84,8 e 80,6. I numeri sulla popolazione sono il frutto di un costante decremento delle nascite: erano 3.345 nel 2012 sono scese a 2308 nel 2022; inversamente vanno i decessi che erano 4.422 nel 2012 e sono saliti a 5.068 nel 2022. Il saldo naturale è dunque sceso a -2760 unità (era -1.077 nel 2012).
Modesto l’apporto degli immigrati che nel 2022 sono stati 1.916, un numero annuo sostanzialmente stabile, distante dal record di 2.273 unità del 2019. D’altra parte i ravennati emigrano anche e sono stati 616 coloro che hanno abbandonato la provincia nel 2022 e sono essenzialmente giovani che studiano o, nella gran maggioranza, lavorano all’estero.
Per quel che riguarda il mercato del lavoro, in totale siamo a quota 195.189 di cui 26.442 extra comunitari; tra i 168.767 comunitari, le femmine sono 78.466, i maschi 90.301. "Ma quel che emerge – ha sottolineato Cefalù – è il dato sulla disoccupazione che nel 2023 è sceso al 4,6% contro il 5% della regione e il 7,7% dell’Italia". Complessivamente il saldo occupazionale è positivo con più assunzioni rispetto alle cessazioni. Gli assunti a tempo indeterminato nel 2023 sono stati 9.503 mentre quelli a tempo determinato 23.195. In ogni caso, dato 2022, le nuove assunzioni sono state complessivamente 72.820 mentre le cessazioni si sono fermate a quota 69277. "Il dato basso di assunzioni a tempo indeterminato – ha sottolineato Cefalù – spiega anche la bassa dinamica delle nascite per le quali occorre la certezza di un rapporto di lavoro stabile".
Sul fronte della disoccupazione, e della Naspi (l’indennità di disoccupazione), le donne continuano a pagare il prezzo più alto con 10.899 domande, nel 2023, rispetto alle 7691 degli uomini. Infine, per i trattamenti pensionistici, sono in vigore in provincia di Ravenna 135.000 pensioni IVS (invalidità, vecchiaia, superstiti) con importi medi di 2.185 euro per gli uomini e 1.437 per le donne e tempi di accoglimento delle domande nella gran parte non superiori ai 30 giorni.
Giorgio Costa