Ravenna, 27 agosto 2022 - Ci sono due indagati per l’incidente sportivo avvenuto martedì pomeriggio nel Lago Medio all’interno dello Starwake park di Porto Fuori, dove un 55enne bolognese, Andrea Mancini, ha perso la vita finendo contro una torre metallica mentre praticava la disciplina del wakeboard , ma nella modalità sit-wake , ossida seduto su una tavola in quanto paraplegico.
Devono rispondere di omicidio colposo, nel contesto del fascicolo aperto dal Pm Marilù Gattelli, il presidente dell’Asd Starwake, Gianluca Lucchi, gestore dell’impianto, e il 28enne istruttore che da terra azionava i comandi dell’impianto. Il legale di Lucchi, avvocato Fabrizio Briganti, da noi contattato, sostiene di non aver ancora ricevuto notifiche.
Si tratta principalmente di atti dovuti a seguito del sequestro dell’impianto e dell’intero lago per consentire i dovuti accertamenti tecnici. La consulenza tecnica che sarà disposta dal Pm metterà sotto la lente diversi aspetti. Anzitutto andrà a indagare le misure di sicurezza adottate, con particolare riferimento alla possibilità per i disabili di praticare questa disciplina non semplice. Lo stesso Lucchi, ancorché gestore dell’impianto, ha espresso perplessità al riguardo, ritenendo il sit-wake "uno sport pericoloso, che va gestito in maniere diversa".
Oltre al rispetto delle norme, la consulenza dovrà accertare la dinamica dell’accaduto. Per il momento la polizia si basa sulle dichiarazione degli altri istruttori, e soci dell’impianto, che hanno assistito alla tragedia. In buona sostanza Mancini, socio anch’egli e tutt’altro che alle prime armi, non aveva ancora completato il primo giro del lago quando, superata la seconda puleggia del sistema che traina la fune al quale si teneva aggrappato, avrebbe perso la presa del bilancino, compiendo una sorta di derapata proprio in direzione di uno dei sei pali metallici, privi di protezione, che sorreggono il sistema di traino ed emergono dall’acqua a filo dell’argine. Il 55enne è morto per il grave trauma toracico riportato nell’impatto (non ci sarà autopsia, le cause del decesso sono chiare) e a nulla è valso l’intervento tempestivo degli altri soci, che dopo aver subito fermato il meccanismo hanno raggiunto il 55enne con un secondo bilancino, tentando anche la rianimazione con il defibrillatore a disposizione delle società del centro sportivo.
Intanto sono tanti i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Andrea Mancini, grande appassionato anche di motori: "Lui disabile ma sempre in prima linea per sostenere le nostre iniziative, insieme all’adorata figlia Gaia e con l’immancabile felpa Riders arrivava al nostro stand e alle cene di beneficenza per non far mancare mai il suo contributo. Allegro, generoso e positivo, mai stanco di inseguire nuovi sogni, anche nei momenti meno facili Andrea non si è mai arreso. E il suo supporto affettivo ed economico ai giovani piloti non è mai mancato", il ricordo su facebook di Riders4Riders Onlus.