ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Incendio a Ravenna, vittima identificata dalle impronte digitali

Si tratta del 49enne ravennate Simone Bonini: eseguita l’autopsia. Secondo le prime verifiche, l’alloggio in via Aniene avrebbe dovuto essere libero. Indagini in corso

Ravenna, 10 agosto 2024 – Lo hanno identificato formalmente grazie alle impronte digitali. Si chiamava Simone Bonini e aveva origine ravennate la vittima dell’incendio verificatosi giovedì mattina in un appartamento al terzo piano di un condominio di via Aniene, a ridosso del centro. I vigili del fuoco lo hanno trovato ormai esanime quando verso le 7.30 sono entrati per domare il rogo: Bonini - 49 anni - si trovava appena fuori dalla camera da letto nella quale presumibilmente di prima mattina è divampato l’incendio. Potrebbe cioè avere tentato di salvarsi guadagnando l’uscita ma finendo con l’accasciarsi soffocato dal fumo.

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Da una prima ispezione cadaverica, sembra infatti che il decesso non sia avvenuto per contatto diretto con le fiamme ma piuttosto per soffocamento: un’ipotesi che attende conferma dall’autopsia eseguita ieri. Nel frattempo il pm di turno Silvia Ziniti ha disposto il sequestro dell’appartamento e ha aperto un fascicolo proprio per ricostruire l’accaduto dando incarico ai carabinieri del nucleo investigativo di Ravenna e ai vigili del fuoco del nucleo investigativo antincendio di Bologna per procedere con verifiche, audizioni e sopralluoghi.

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Del resto sia il fumo che l’acqua hanno impedito nelle prime ore di analizzare approfonditamente gli ambienti. In ogni modo secondo quanto finora ricostruito, l’incendio si è sviluppato a partire dalla camera. Quindi, dato l’elevato contenuto di materiale combustibile presente - libri, giornali, abiti e altro -, i prodotti della combustione hanno interessato in tempi relativamente rapidi tutto l’appartamento e le pareti: soprattutto il solaio della stanza in questione è stato sensibilmente danneggiato. Forse il 49enne è stato sorpreso nel sonno: di fatto il suo tentativo di fuga è stato vano.

Gli inquirenti hanno già ascoltato diverse persone sia per ricostruire le ultime ore del 49enne che per capire come mai l’uomo si trovasse in quell’appartamento: l’alloggio, che appartiene a un’altra persona, avrebbe infatti dovuto essere libero. Si cerca di chiarire insomma se - ed eventualmente chi - abbia offerto la possibilità al 49enne di potere soggiornare là dentro. Comunque sia, anche se al momento non è chiaro da cosa possa essersi sprigionato il fuoco, allo stato appare improbabile che qualcuno possa essere entrato in quell’alloggio prima del rogo visto che la porta risultava chiusa dall’interno e che le finestre non presentavano segni di effrazione o comunque tracce di accesso dalle pareti esterne dello stabile.