In un bar prima della scuola: "Aveva adescato una 13enne". Condannato artigiano di 58 anni

All’uomo inflitti un anno e quattro mesi. Aveva lasciato alla minorenne un bigliettino con un invito e con il suo numero di telefono. La studentessa si era poi confidata una volta giunta a casa.

In un bar prima della scuola: "Aveva adescato una 13enne". Condannato artigiano di 58 anni

In un bar prima della scuola: "Aveva adescato una 13enne". Condannato artigiano di 58 anni

Sua madre prima di recarsi al lavoro, la lasciava in quel bar del Ravennate giusto per qualche minuto in attesa dell’apertura dei cancelli della scuola. L’uomo in quel locale a quell’ora ci passava qualche minuto giusto per bere un caffè prima di tornare al lavoro. Si erano incontrati lì: lei 13 anni, lui 58. Ieri mattina l’epilogo davanti al giudice Piervittorio Farinella con una condanna per l’uomo, domiciliato alle porte di Ravenna, a un anno e quattro mesi di reclusione (la procura aveva chiesto un anno e due mesi).

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, una mattina l’imputato aveva deciso di lasciare alla ragazzina un bigliettino di questo tenore: "Ciao! Mi chiamo (...) mi piacerebbe diventare tuo amico! Chiamami così ne parliamo e se possibile ci incontriamo. Ciao!", allegando il suo numero di cellulare.

La vicenda risale all’ottobre del 2020. E’ in quel periodo che la ragazzina sostava ogni mattina al bar in questione in attesa che la sua scuola, ubicata a poca distanza, aprisse. Un caffellatte, forse un gelato. E con quell’artigiano molto più grande di lei impegnato in lavori in zona, non aveva mai avuto nulla a che fare. Tuttavia lui di punto in bianco, dopo averla vista diverse volte nel locale, le aveva vergato un invito su un biglietto manoscritto.

La ragazzina però, una volta tornata a casa, ne aveva parlato con la a madre. E quest’ultima il giorno dopo aveva deciso di affrontare la questione di petto: si era presentata al bar in questione e aveva chiesto chiarimenti all’uomo. Questi si era giustificato con una formula del tipo: "L’ho fatto col cuore". Ma a quel punto non solo era stato allontanato dal locale anche grazie all’intervento del barista: si era pure ficcato nei guai con la giustizia perché la madre si era rivolta ai carabinieri: e, da questi, l’accaduto era finito sui tavoli della procura (pm titolare del fascicolo Daniele Barberini). Da ultimo la studentessa, ascoltata in un contesto protetto, aveva confermato l’intera vicenda.

Un comportamento di buon senso quello della donna: perché questo tipo di condotte – ovvero il contestato adescamento di un minorenne – rappresentano quello che i giuristi chiamano ‘reato spia’. Cioè potenzialmente in grado di precedere azioni ben più gravi. Il diretto interessato ha sempre respinto ogni ipotesi legata a scenari diversi da una blanda amicizia. A remargli contro, un precedente specifico per il quale aveva patteggiato (e dopo diverso tempo, aveva ottenuto l’estinzione del reato) e che gli è costato ieri la non sospensione della pena. Ma soprattutto c’è la giurisprudenza di settore la quale negli ultimi ha anticipato la soglia di tutela dei minorenni.

a.col.