REDAZIONE RAVENNA

In casa tracce di sangue, forse sono del sicario

La Scientifica ieri è tornata sul luogo del delitto per ulteriori sopralluoghi. Isolate nuove tracce ematiche: potrebbero portare all’identificazione del killer

Alle 14 di ieri la Scientifica è tornata in via Corbara a caccia di tracce di sangue o di altri reperti biologici. Ed è proprio dalla scena del crimine che sono arrivate alcune novità potenzialmente decisive per la soluzione del giallo: durante l’accertamento tecnico non ripetibile compiuto anche con l’ausilio di reagenti chimici come il luminol, sono state isolate tracce ematiche che potrebbero appartenere al killer. Se così fosse, gli inquirenti sarebbero a un passo dal suo dna: poterlo magari sequenziare per poi inserirlo in banca dati, significherebbe spiegare le vele al vento giusto. La vittima, durante la colluttazione, ha cioè probabilmente lottato prima di soccombere: e l’uomo si è forse ferito nonostante tra le ipotesi sia emerso che poteva benissimo indossare un paio di guanti.

Certo, quell’uomo non può essere l’ex marito ora indagato, il 53enne Claudio Nanni: lui al momento del delitto, si trovava di sicuro in autostrada assieme alla figlia Arianna con il navigatore puntato su Milano. Nessun dubbio su ciò dato che anche un vicino di casa ha sentito le urla della 46enne e ha chiamato il Commissariato esattamente alle 6.08 (il telepass dell’A14 ha agganciato l’auto alle 6.05). Quel viaggio verso il capoluogo lombardo – hanno accertato gli investigatori –, l’uomo lo aveva preparato con una sortita nei giorni precedenti. Obbiettivo: andare a ritirare un’auto trovata su un sito specializzato in compravendite. E lo aveva proposto alla figlia giusto il giorno.

C’è però che a lanciare l’allarme esattamente alle 6.06, forse guastando in parte i piani del sicario il quale ha poi dovuto sbrigarsi e agire in soli 7 minuti peraltro lasciando la porta del garage aperta, era stata un’amica di Arianna rimasta occasionalmente a dormire nell’abitazione e ora in grado di fornire un primo parziale identikit dell’omicida (molto alto, ben piazzato, con spalle grosse e vestito di scuro). Su questo fronte è emerso un nuovo particolare che inevitabilmente ha alimentato altri sospetti sull’ex marito: una volta sentito a caldo e ancora solo come persona informata sui fatti, il 53enne aveva ammesso di non sapere affatto della presenza della giovane nella casa.

Certo, ai suoi occhi magari solo coincidenze: del resto l’uomo ha finora ribadito di essere totalmente estraneo all’assassinio della sua ex moglie. In questo giallo di provincia che tuttavia sta assumendo interesse nazionale, esiste anche una storia nella storia: è quella di una sensitiva di Ravenna che ha telefonato in Commissariato a Faenza due giorni di fila: mercoledì per raccontare di avere avuto una visione con un cancello, una ferrovia e un animale sgozzato (in effetti vicino alla casa di via Corbara passa una ferrovia). Quindi, ieri, per riferire che Ilenia le ha parlato per darle la lettera ‘A’. Gli inquirenti naturalmente sperano che a parlare sia semmai il corpo della donna attraverso la relazione conclusiva dell’esame autoptico.

Andrea Colombari