REDAZIONE RAVENNA

Imu, è ’guerra’ tra Comune e istituti religiosi

La Commissione tributaria ha dato ragione a tre scuole paritarie sull’esenzione dall’imposta, ma l’amministrazione lughese farà ricorso

Imu sì, Imu no. A Lugo c’è una controversia in atto fra il Comune e gli Istituti scolastici di proprietà delle Suore Figlie di San Francesco di Sales (parliamo dell’Istituto San Giuseppe di via Emaldi), di Maria Ausiliatrice delle Salesiane di Don Bosco (la scuola primaria ’Maria Ausiliatrice’ situata in via Camillo Torres) e le Opere Pie Scalaberni e Unificate (si tratta dell’Istituto Sacro Cuore di via Fratelli Malerbi) relativa al mancato pagamento dell’Imu accertata. La sentenza di primo grado emessa dalla Commissione tributaria di Ravenna ha dato torto all’amministrazione comunale lughese che chiedeva il pagamento dell’imposta sugli immobili per quanto riguarda gli anni 2012, 2013 e 2014.

Ed ora, sempre il Comune ha deciso di ricorrere in appello per ribaltare il giudizio di primo grado partendo dal presupposto che l’attività esercitata dalle scuole paritarie in questione è a pagamento e quindi esula dalle esenzioni previste per gli edifici di proprietà di enti religiosi. Sul piatto ci sono complessivamente circa 50mila euro, l’importo a cui ammonta appunto l’Imu non incassata.

La giunta comunale ha deliberato, il 14 luglio scorso, l’autorizzazione a proporre l’appello presso la Commissione tributaria regionale di Bologna. "La Commissione Tributaria di Ravenna, errando nella propria disamina – si legge nella delibera di Giunta – ha ritenuto applicabile la modalità di applicazione dell’esenzione dell’Imu per gli immobili sedi dell’esercizio delle attività scolastiche come previsto dall’articolo 7 del D.Lgs numero 504 del 1992 destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciale di attività didattiche. I contribuenti sono enti non commerciali che ospitano le scuole paritarie e svolgono attività didattiche, ma – viene sottolineato nella delibera – tali attività didattiche vengono svolte dietro pagamento di un corrispettivo da parte dell’utenza. Pertanto l’attività non essendo svolta a titolo gratuito o con versamento di importi simbolici, esula i soggetti proprietari dalle esenzioni previste dall’articolo 7 del decreto sopracitato", decreto che esclude di fatto gli edifici religiosi dal pagamento dell’imposta comunale sugli immobili.

La delibera della Giunta comunale, dichiarata di immediata eseguibilità, consentirà ora al funzionario individuato di procedere con la richiesta di appello per recuperare le somme che vengono considerate dovute "nella piena tutela dell’interesse dell’amministrazione comunale".

Monia Savioli