Ravenna, 26 ottobre 2024 – È partita la campagna di immunizzazione dei bambini contro il virus respiratorio sinciziale, responsabile della bronchiolite nei neonati. Riguarda i bimbi che sono nati e nasceranno tra ottobre 2024 e febbraio 2025, cioè nel periodo di maggiore circolazione del virus, e coloro che presentano un rischio elevato di sviluppare un’infezione grave per prematurità o presenza di specifiche patologie. Lo spiega Federico Marchetti, primario di Pediatria.
La bronchiolite procura ansia ai genitori e crea sofferenza nei bimbi piccoli. Di cosa si tratta esattamente?
"È una malattia respiratoria che colpisce soprattutto i bambini piccoli, causata principalmente dal virus respiratorio sinciziale. È un’infezione delle vie respiratorie inferiori che colpisce principalmente i bambini al di sotto dei due anni ed è particolarmente fastidiosa per le conseguenze che può portare nei primi 6 mesi di vita. Provoca l’infiammazione e il gonfiore dei bronchioli, i piccoli passaggi che portano aria nei polmoni, rendendo difficile la respirazione. La malattia ha un’incidenza massima tra novembre e aprile e praticamente tutti i bambini entro i 2 anni la contraggono almeno una volta. È più impegnativa nei primi mesi di vita. Negli ultimi due inverni, in particolare, si è assistito a un aumento dei casi che ha richiesto un ricovero in Pediatria e Terapia intensiva. I sintomi includono difficoltà respiratorie, tosse, a volte febbre; nei casi più gravi si può avere severa difficoltà respiratoria che richiede la somministrazione di ossigeno. Diversi bambini in seguito possono andare incontro più facilmente a episodi di broncosparmo in casi di normali virosi. Non esiste una terapia che cura la bronchiolite: la prevenzione è il modo più sicuro".
Come avviene, quindi, la campagna di immunizzazione?
"Con un anticorpo monoclonale chiamato nirsevimab in grado, nella maggioranza dei casi, di prevenire l’infezione. Gli anticorpi monoclonali sono proteine prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere virus e batteri. Nel caso specifico è stato progettato per riconoscere e neutralizzare il virus, impedendogli di infettare le vie respiratorie. Per proteggere il neonato nirsevimab verrà somministrato in ospedale, prima della dimissione, mediante una semplice iniezione intramuscolare".
Il farmaco è gratuito?
"Sì, per le fasce di bambini a cui facevo riferimento".
Quali sono i vantaggi?
"Ce ne sono vari. Innanzitutto il nirsevimab ha dimostrato ottimi risultati nel proteggere i bambini dall’infezione, riducendo significativamente il rischio di sviluppare forme gravi. L’anticorpo monoclonale ha poi una durata di circa 5 mesi, per tutta la stagione epidemica. È sicuro, privo di effetti collaterali rilevanti, e il suo utilizzo preventivo potrebbe portare a una drastica riduzione dei ricoveri".