Il veterinario, lavoro e risparmio: "Sono prima di tutto agricoltore. Produco ciò che mi serve. Denaro in casa per tranquillità"

Nel controesame, su domande dei legali, parla dello stile di vita sobrio e delle attività. Col pm ammette: "Ketamina non registrata per gli interventi sugli animali? Un errore".

Il veterinario, lavoro e risparmio: "Sono prima di tutto agricoltore. Produco ciò che mi serve. Denaro in casa per tranquillità"

Il veterinario, lavoro e risparmio: "Sono prima di tutto agricoltore. Produco ciò che mi serve. Denaro in casa per tranquillità"

Sono circa le 11.30 quando Mauro Guerra, il veterinario a processo per maltrattamento e uccisione di animali, detenzione illegale di farmaci nonché per reati tributari, entra in aula per sottoporsi al controesame, andato avanti per cinque ore ieri in tribunale a Ravenna. Sorride ai sostenitori, arrivati ancora una volta per assistere all’udienza, poi mantiene un tono deciso e fermo, rispondendo alle domande dei propri legali, avvocati Antonio Vincenzi e Claudio Maruzzi ma anche del giudice Piervittorio Farinella. Solo ai quesiti del pm Marilù Gattelli, nel pomeriggio, alza la voce e a un certo punto ammette che "se per alcuni interventi dal 26 novembre al 9 dicembre 2020 ho dimenticato di annotare lo scarico della ketamina nel registro degli stupefacenti, avrò commesso un errore".

Ma il controesame di ieri si è molto concentrato sulla parte fiscale della vicenda con il veterinario che ha parlato delle attività lavorative e dello stile di vita sobrio e votato al risparmio. Guerra ha dichiarato che per lui la "prima attività è quella di agricoltore. Sono titolare di un’azienda agricola a me intestata dal 1992, che occupa gran parte mio tempo, e il reddito che ne ricavo costituisce la maggior parte dei miei redditi". Il veterinario ha spiegato che inizialmente la produzione era più concentrata sulla frutta con pesche, mele e pere, poi si è spostata verso la viticoltura con 14 ettari coltivati a vigneto e che costituiscono la prevalenza dei ricavi, ma attorno all’abitazione di Sant’Antonio coltiva anche cereali ed erba medica. Altri ricavi gli arrivano dalla produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici su un capannone, sulla casa e sul tetto di quello che era l’ambulatorio veterinario. Dal 2011, poi, Guerra alleva anche api per la produzione di miele ("10 quintali l’anno quando utilizzava il laboratorio di smielatura") e dal 2017 è detentore di una pensione per animali. Lo aiutano i familiari – ha spiegato – inizialmente c’erano anche i nonni al cui ricordo si commuove. La sua è una vita tutta casa e lavoro, insomma: inizia al mattino nei campi e al pomeriggio, fino a tarda sera, passa all’ambulatorio veterinario, costruito da lui stesso nel 2000 ed entrato in funzione nel 2001.

Un capitolo a parte Guerra lo ha dedicato all’acquisto di terreni da proprietari confinanti: "L’ultimo nel 2022 per 239mila euro, ma prima altri nel 2015, 2017 e 2018 per 80mila euro ad appezzamento: tutti soldi provenienti dai redditi dell’azienda agricola" tra vendita di uva, frutta, erba medica, cereali. A questo proposito ci ha tenuto a dire che "ho la fortuna e la soddisfazione di produrre in autonomia quasi tutto ciò che di alimentare si possa cercare: frutta, verdura. Poi ho due bovine per produrre il latte con cui faccio il formaggio per la famiglia. Il vino è quello delle mie uve e poi c’è il miele. Il resto, come pesce, vongole, cozze, c’è chi me lo porta e se supera il mio fabbisogno lo dono ai miei genitori". Per quanto riguarda il carburante "i lavori di agricoltore e veterinario sono vicino all’abitazione quindi non ho necessità di usare l’auto". Quanto all’abbigliamento "ho poco tempo libero e le tute che uso per l’azienda agricola mi vengono donate dal Consorzio agrario così come mi vengono donate le casacche utilizzate in ambulatorio".

Sulle fatture ha spiegato che come veterinario "il numero era molto variabile: ci fu una crescita dal 2015. In quell’anno erano mille, mentre nel 2021 diventarono tremila". Sui compensi che quelli dell’attività di veterinario gli arrivavano "il 75%in contanti e il resto in pagamenti bancomat, quelli dell’azienda agricola il contrario". E comunque – e il riferimento è a i 619mila euro trovati in due scatoloni in garage – "il contante in parte veniva versato in banca e in parte detenuto in casa per mia tranquillità. Ogni anno trattenevo dal cumulo dell’attività veterinaria e agricola una media di 30mila euro l’anno, il resto lo versavo in banca. Questo contante per l’azienda agricola era inserito nei registri Iva, per l’attività di veterinario comunque veniva dichiarato". E a proposito di questo Guerra ha dato la spiegazione della cifra annotata in agenda accanto al numero di ogni giorno: "Erano i soldi che tenevo nel cassetto nell’ambulatorio, non il guadagno del giorno. Quando la quantità aumentava troppo sottraevo banconote da 20 e 50 euro che poi versavo in banca o mettevo negli scatoloni". Alla domanda del giudice Farinella sul perché quei soldi non li contasse ha detto che "all’inizio lo facevo poi non l’ho più fatto". E sul perché avesse deciso di tenere una somma ingente in casa Guerra ha spiegato che "li tenevo per le emergenze perché temevo imprevisti come il fallimento della banca", imprevisto che lo spaventava di più di un furto in casa visto che quest’ultima "era sempre presidiata e c’erano tanti cani liberi". Sui farmaci per uso umano trovati, ha spiegato di averli "acquistati in farmacia a scopo personale e mai utilizzati in ambulatorio". Su quelli per gli animali ha ammesso di averne fatto scorta, acquistandoli da una farmacia, separati da quelli dei clienti, durante l’emergenza Covid e di non avere mai "ceduto farmaci per uso umano ai clienti, ho solo ceduto farmaci per uso veterinario per iniziare terapie". Poi Guerra ha parlato dei cani: otto quelli suoi e della compagna, la femmina del canile a cui gli chiesero di indurre l’aborto "ma io mi rifiutai (si commuove, ndr) e uno dei cuccioli decisi di adottarlo", così come altri cani i cui padroni, suoi clienti, non potevano più occuparsene. Per quel che riguarda gli interventi effettuati il veterinario ha spiegato, poi, che era tutto in regola, così come in regola erano l’ambulatorio e i farmaci. Solo a un certo punto, nel pomeriggio, col pm Gattelli, Guerra ha alzato la voce e a un certo punto ha ammesso: "Se per alcuni interventi dal 26 novembre al 9 dicembre 2020 ho dimenticato di annotare lo scarico nel registro degli stupefacenti, avrò commesso un errore".

Milena Montefiori