"Lei e la sua bambina erano una cosa sola, viveva in funzione della figlia. Perché lo ha fatto? Ha pubblicato su facebook una sorta di testamento, lì spiega tutto e capirete". Giulia aveva confidato il proprio disagio una vicina di casa. Non tutti, nell’isolato di via Dradi – tre palazzoni cinturati in simultanea dalle impalcature dei cantieri del 110 – erano a conoscenza del fatto che la donna fosse seguita dai servizi di salute mentale. Molti la difendono, quasi la comprendono. Altri ritengono comunque mostruoso ciò che ha fatto, al netto di ogni possibile giustificazione. "Alla sua piccola Wendy voleva un bene infinito – continua la vicina –, un bene dell’anima. Viveva in funzione della figlia. Ma era molto sola, il marito spesso fuori per motivi di lavoro. Era amata da tutti, gentile e solare, anche se rimaneva sulle sue. Ma si sentiva sola. Sola, ma allegra. Se poteva aiutare qualcuno, lo faceva".
La solitudine, ma anche il precariato all’origine di almeno parte del disagio interiore: "Era già laureata, ma continuava a studiare – prosegue la conoscente –, voleva migliorare la propria situazione per rendersi economicamente indipendente. Un giorno mi invitò a prendere un caffè. In quell’occasione mi raccontò dei suoi problemi di solitudine, di precariato e dei brutti rapporti che aveva col padre. Ma lo aveva fatto in modo discreto, perché era comunque una persona garbata e riservata, e non avevo compreso del tutto quanto terribile fosse il suo disagio. Pensavo, tutti abbiamo delle difficoltà, ma non avevo capito fino in fondo. Di certo avevo capito che aveva bisogno di aiuto. Ora, su facebook, c’è quel racconto tremendo che spiega molto...".
Nell’isolato tutti si conoscono, se non altro di vista. "La incrociavo quasi ogni mattina mentre portavamo i nostri figli a scuola, alle Camerani – racconta una mamma –. La cagnolina nera era sempre con loro. Ci conoscemmo durante il lock down, portando a passeggio i nostri cagnolini. Giulia mi dava l’idea di essere molto attenta e premurosa con la figlia. Anzi, era preoccupata dal passaggio alla materna, dove diceva che si era trovata bene, alla prima elementare. Era quasi timorosa che non si fosse inserita bene, poi in realtà diceva che l’aveva trovata serena e che non aveva problemi". Problemi di natura familiare non erano noti agli abitanti del quartiere, sebbene tutti ricordano Giulia sempre sola con la bimba e il cane, mentre pochi hanno presente il marito. "Mi parve strano – prosegue la conoscente – quando mi disse che la prima settimana non era riuscita a portarla a scuola perché non aveva sentito la sveglia. Poi però disse che la settimana dopo era andata meglio, perché aveva il marito a casa".
Una residente del civico di fronte ha bene impressa l’immagine di quella giovane mamma, "molto magra", con la figlia e cagnolino al seguito. "L’ho vista l’altro giorno, mi sembrava tranquilla. Mi ha detto, “finite le feste, finita la vacanza“. Non so quali problemi avesse – spiega –, ma problemi ne abbiamo tutti. Anche mio marito lavora, poi torna a casa. Abbiamo tre figli, e siamo qui...". E un’altra mamma: "L’ho sempre vista sorridente, riservata ma gentile. Non camminava mai a testa bassa. Problemi col marito? Chi non li ha, ma non mi butto dal terrazzo". Una ragazza dice di averla trovata "ultimamente strana. Era di poche parole, difficile che si fermasse". E un’altra: "Questa mattina ho sentito un tonfo, pensavo fosse caduto in casa mio fratello. Poi ho visto fuori la barella che caricava una donna. E non dimenticherò la scena mentre coprono con un lenzuolo quel corpicino, con calzini e pigiamino rosa".
Lorenzo Priviato