REDAZIONE RAVENNA

Il Play Park non riapre: "Volevamo investire"

Punta Marina, i gestori hanno deciso di congelare la struttura dopo il ’no’ del Comune a creare un’area bungalow

Il Play Park non riapre: "Volevamo investire"

Il Play Park non riapre: "Volevamo investire"

Mezzo secolo di giochi e divertimento, mezzo secolo di impresa. Ma quest’anno non più. Non riaprirà per la stagione estiva il Play Park 3000 di Punta Marina, in viale delle Americhe 4, all’ingresso del paese per chi arriva da via Canale Molinetto. Era aperto dal 1973. La notizia ha iniziato a serpeggiare in paese in questi giorni, e ora il titolare Gabriele Cavallucci conferma quelli che finora erano solo i timori di tanti. "No, quest’anno non riapriamo – dice –. È un locale che funziona, ma non abbiamo più la forza di andare avanti".

L’area è di proprietà della famiglia Cavallucci e comprende una piscina semiolimpionica e una per i bambini (con tanto di idromassaggio, tre acquascivoli e 300 ombrelloni e lettini), un campo da minigolf, un autoscontro, reti elastiche per i più piccoli, una sala giochi, un locale da ballo, un ristorante pizzeria, campi da tennis e da calcetto, un’area per il ping pong e un’altra per le minicar. E quest’anno niente di tutto questo riaprirà.

"L’area è privata, di nostra proprietà – dice Cavallucci –. A gestirla siamo io, mia sorella e i miei genitori. L’età avanza e la fatica si fa sentire. Vogliamo chiudere in bellezza e lasciare un bel ricordo. Il locale andava bene, la gente lo ha apprezzato tanto. L’anno scorso tutte le sere si faceva festa. Sappiamo che l’assenza si sentirà in paese".

In realtà tra i motivi che hanno portato i Cavallucci a decidere di chiudere non c’è solo l’età che avanza, ma anche l’amarezza per un investimento che non è stato possibile fare. "Avevamo fatto delle richieste al Comune, che non ci ha accontentati. Ci sarebbe piaciuto creare dei bungalow per dare la possibilità ai turisti di soggiornare anche all’interno della struttura, trasformando la semplice visita giornaliera o serale in una vacanza del divertimento – aggiunge Gabriele Cavallucci. Volevamo covertire la metratura con la possibilità di fare del ricettivo, insomma, ma non ce l’hanno fatto fare. Ci siamo sentiti condizionati nel portare avanti l’attività così com’è, nel non poter cambiare le cose". Da lì il malcontento. Del resto senza l’approvazione del Comune ovviamente non si va avanti: "E questo nonostante il terreno sia edificabile – sottolinea Cavallucci –. Volevamo creare un piccolo villaggetto dentro alla struttura, dando ai turisti la possibilità di usufruire di un pacchetto più completo che si sarebbe sommato alla normale apertura al pubblico di giorno e di sera. Volevamo investire, insomma. Al Comune non è piaciuta l’idea, avrebbero voluto che andassimo avanti col locale così com’è, senza stravolgere più di tanto le cose. Abbiamo quindi deciso di ritirarci, sarebbe bello portare avanti l’attività ma non ne abbiamo la forza. È difficile fare impresa così. Almeno per quest’anno non apriamo, anche se niente verrà toccato. Tutto resterà in ordine e pronto semmai a ripartire in futuro".

Il Play Park 3000, dunque, verrà congelato. Resta l’amarezza di un locale storico che viene a mancare.

Sara Servadei