"Il piano anti-alluvioni blocca lo sviluppo"

La lettera che i nove sindaci della Bassa Romagna hanno spedito a Regione e commissario: "Si creano disparità tra aree vicine"

"Il piano anti-alluvioni blocca lo sviluppo"

"Il piano anti-alluvioni blocca lo sviluppo"

Un piano che blocca le nuove edificazioni e condiziona l’abbattimento e la conseguente ricostruzione di immobili presenti in aree già edificate e colpite dall’alluvione del maggio dello scorso anno. Sono questi in sintesi i contenuti del Piano speciale preliminare definito dal commissario straordinario per la ricostruzione Francesco Paolo Figliuolo in collaborazione con la Regione, che contiene le prime strategie di intervento e gli indirizzi di pianificazione urbanistica per l’area della Bassa Romagna , alla luce degli allagamenti verificatisi oltre un anno fa. Le restrizioni vincolano non solo l’edilizia privata ma anche quella pubblica e di impresa, creando, secondo i sindaci dei nove comuni dell’Unione, ostacoli alla ripresa del territorio e, in alcuni casi, delle imprese già colpite dagli allagamenti. "Riteniamo le misure estremamente penalizzanti per lo sviluppo economico e sociale delle comunità coinvolte dall’alluvione di maggio 2023 – sottolineano i nove sindaci dei Comuni della Bassa Romagna in una lettera inviata a Regione e Commissario per esprimere il loro disappunto –. Pur condividendo lo spirito dello strumento, volto a tutelare in via cautelativa quelle aree che sono state interessate dai fenomeni calamitosi, permangono alcune perplessità rispetto alle evidenti disparità che si vengono ad applicare tra aree adiacenti, che si trovano a dover essere gestite con regole edilizie differenti".

La pianificazione è stata coordinata dall’autorità di bacino distrettuale del fiume Po in collaborazione con la Regione, nell’ambito del gruppo di lavoro presieduto dalla struttura di supporto al commissario straordinario alla ricostruzione e composto, tra gli altri, da autorità idrauliche, Università, Upi, Anci, Città metropolitana di Bologna, Ispra, Carabinieri forestali, ma non dalle amministrazioni locali – altro motivo, questo, di perplessità per i sindaci del territorio. Questo ha fatto si che la cartografia sulla quale il piano preliminare si basa sia diversa da quella stilata dai Comuni.

"Loro hanno operato sulla base dei rilievi satellitari, che a volte non corrispondono a quelli reali dei governi territoriali – fanno sapere dal Comune di Lugo –. Per questo chiediamo una modifica della normativa, in particolare per non penalizzare le imprese. Le restrizioni di fatto bloccano anche le domande già presentate e in corso di valutazione per allargare ad esempio un capannone o creare un nuovo piazzale". "Non possiamo pensare che la tutela, qualsiasi essa sia, possa essere intesa solo ed esclusivamente come un divieto – concludono i sindaci nella missiva – ma occorre che alle forme cautelative introdotte corrispondano interventi strutturali che possano liberare progressivamente le misure impeditive alla sviluppo dell’iniziativa privata".

Monia Savioli