ANNAMARIA CORRADO
Cronaca

Il passato da riscoprire. La Villa romana di Russi entra tra i Musei nazionali di Ravenna

Il direttore Andrea Sardo: "Unendosi agli altri siti troverà un’ottima cassa di risonanza". Federica Timossi: "Sarà connessa ai ’suoi’ reperti conservati nei depositi del Museo Nazionale".

Il direttore Andrea Sardo: "Unendosi agli altri siti troverà un’ottima cassa di risonanza". Federica Timossi: "Sarà connessa ai ’suoi’ reperti conservati nei depositi del Museo Nazionale".

Il direttore Andrea Sardo: "Unendosi agli altri siti troverà un’ottima cassa di risonanza". Federica Timossi: "Sarà connessa ai ’suoi’ reperti conservati nei depositi del Museo Nazionale".

Nuova vita per la Villa romana di Russi, che ora fa parte dei Musei nazionali di Ravenna, istituto a cui fanno capo il Museo nazionale, il Palazzo di Teodorico e i tre siti Unesco di Sant’Apollinare in Classe, del Battistero degli Ariani e del Mausoleo di Teodorico. Prima era sotto la competenza della Direzione regionale Musei nazionali Emilia Romagna. Una nuova gestione dunque che si pone come obiettivo principale una maggiore valorizzazione della Villa anche dal punto di vista turistico. Ad annunciare la novità, frutto della riforma del ministero della Cultura, sono stati ieri a Russi Andrea Sardo, direttore dei Musei nazionali, la direttrice della Villa, Federica Timossi e la vicesindaca Anna Grazia Bagnoli. "La Villa romana – ha sottolineato Sardo – passa da una gestione regionale a una ravennate ed entra a far parte del circuito delle straordinarie bellezze ravennati gestite dallo Stato".

Tra le intenzioni c’è anche quella di creare una bigliettazione unica per tutti i siti dei Musei nazionali di Ravenna. "Sant’Apollinare in Classe – ha spiegato Sardo – ha una media di 200mila visitatori all’anno, il Mausoleo di Teodorico di 70mila, se grazie al biglietto unico anche solo il 10% fosse incuriosito e decidesse di visitare la Villa, sarebbe un risultato notevole". Ma i progetti sono tanti, come la valorizzazione, attraverso mostre ed eventi, dei reperti rinvenuti nella Villa nel corso delle campagne di scavi. Molti sono al Museo civico di Russi, ma altrettanti sono al Museo nazionale di Ravenna mentre i reperti provenienti dalla fase più antica del sito, quella villanoviana, sono al Classis. "Da adesso in poi – ha osservato la direttrice Federica Timossi – l’area archeologica sarà nuovamente connessa ai reperti in essa ritrovati, permettendo inedite sinergie di valorizzazione. La Villa fu scoperta negli anni Trenta sul fondo di una cava di argilla di un’azienda vicina ed è una delle ville rustiche di epoca romana meglio conservate del Nord Italia. Viveva di commercio con Ravenna, di vino molto probabilmente".

Intanto sono già stati presi contatti con l’università per nuovi studi sui reperti e sull’area che è stata solo parzialmente scavata, verrà anche integrata e arricchita la segnaletica e, tra i progetti, c’è la riqualificazione dello spazio chiuso all’ingresso del sito, da destinare anche alla didattica.

Il 14 marzo alle 17, al Museo nazionale di Ravenna, verrà presentato il volume ‘Ricomporre la memoria. Ottant’anni di scavi nella villa romana di Russi: le terme e i pozzi’, a cura di Chiara Guarnieri e Giovanna Montevecchi. Il 15 marzo invece la direttrice Timossi, alle 15 terrà una visita guidata nel sito.

Annamaria Corrado