Malamovida, un papà ricevuto dal prefetto: "Mio figlio picchiato dal branco"

Il ragazzo bolognese è stato aggredito a Milano Marittima il 29 luglio scorso

Malamovida, un papà ricevuto dal prefetto: "Mio figlio picchiato dal branco"

Malamovida, un papà ricevuto dal prefetto: "Mio figlio picchiato dal branco"

Riccardo, il padre del ragazzo bolognese che la notte del 29 luglio è stato accerchiato e aggredito a Milano Marittima, ieri è stato ricevuto dal prefetto Castrese De Rosa e dal comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Andrea Lachi. "Mi ha fatto molto piacere incontrarli e hanno dimostrato una grande disponibilità. Dopo quello che è successo a mio figlio, ho chiesto solo di aumentare i controlli, soprattutto nei fine settimana".

Riccardo, cosa è accaduto la sera del 29 luglio?

"Eravamo tutti insieme a cena in un ristorante di Milano Marittima, c’erano anche mia moglie e la bambina piccola, era una promessa che avevo fatto a mio figlio per festeggiare il diploma, è diventato maggiorenne da poco. Dormivamo in albergo a Cervia e quella sera noi eravamo in auto, lui era venuto in bicicletta perché dopo sarebbe rimasto con i suoi amici. Abbiamo fatto due passi tutti insieme e a un certo punto abbiamo deciso di rientrare, mentre mio figlio è rimasto. Lungo la strada del ritorno, all’altezza della Rotonda Don Minzoni, ho visto un gruppo di ragazzi e, dalla descrizione, credo siano quelli che dopo poco hanno aggredito mio figlio".

Cosa stavano facendo?

"Prendevano a calci una bicicletta e io, d’istinto, ho urlato. Loro hanno iniziato a offendermi, a rispondermi male e, anche su esortazione di mia moglie, siamo andati via".

Era la stessa strada che in seguito ha percorso suo figlio?

"Sì, stava tornando in albergo verso le 2.30 di notte e più o meno all’altezza della rotonda alcuni ragazzi, tra i 17 e i 19 anni, lo hanno bloccato e circondato, poi lo hanno colpito al naso tirandolo giù dalla bicicletta. A terra hanno continuato a colpirlo e intanto gli toglievano la maglia, le scarpe, l’orologio, tutto insomma. Il telefono è finito per terra e lui, appena è riuscito, l’ha afferrato ed è scappato via a piedi".

Quanti erano gli aggressori?

"Tra i dieci e i quindici e mentre mio figlio cercava di scappare, hanno continuato a colpirlo sulla schiena. Mi ha telefonato subito, nel frattempo era arrivato al canale, e quando ci siamo incontrati lui indossava solo i pantaloni, era scalzo e completamente ricoperto di sangue. Abbiamo chiamato i carabinieri e poi siamo andati al Cau di Cervia. Il naso per fortuna non si è rotto, ma è tutto storto. Il mattino ho accompagnato mio figlio dai Carabinieri dove ha sporto denuncia".

Era la prima volta che venivate a Milano Marittima?

"No, assolutamente. Sono venuto a Cervia e Milano Marittima in vacanza per vent’anni e sono luoghi che conosco benissimo. Quello che è accaduto a mio figlio dimostra però come la situazione negli ultimi anni sia profondamente cambiata, peggiorata".

Cosa è successo secondo lei?

"È cambiata l’attrattiva di alcuni locali, ora vengono a Milano Marittima ragazzini che prima andavano in altre località, come Riccione ad esempio. Arrivano da tutta la regione in treno, a volte anche da più lontano, per trascorrere qui il fine settimana. Sembra che molti dormano in spiaggia, poi tornano a casa. Al prefetto e al comandante dei Carabinieri ho detto che almeno durante il week end bisognerebbe aumentare i controlli, fermarli più e più volte, così sarebbe più semplice identificarli quando accadono fatti gravi come quello che ha coinvolto mio figlio".

Annamaria Corrado