La prima, 2-3 maggio 2023: quando il quartiere si è scoperto fragile. La seconda, 16-17 maggio 2023: quando l’acqua ha raggiunto livelli impensabili. E poi la terza, 18-19 settembre 2024: quando è sembrata la regola, e non più l’eccezione. Nella zona di via Cimatti, a Faenza, la sensazione è che non ci sia scampo: il Marzeno vuole quel pezzo di centro abitato, dove vivono circa 700 persone. E non c’è verso di fargli cambiare idea. E pensare che mercoledì pomeriggio il Comune aveva anche costruito in fretta e furia un muro sotto al ponte della circonvallazione e un terrapieno alto tre metri per salvare il quartiere: niente da fare, l’acqua, arrivata nel cuore della notte, ha portato via tutto. E ieri mattina la situazione era pressoché sovrapponibile a quella della prima alluvione, con la zona allagata che si fermava poco prima della rotondina venendo dal centro. Il fiume color fango scendeva in via Pellico fino a sfiorare il metro e mezzo di altezza e si incanalava tra le viuzze residenziali tra via Cimatti e il parco Gatti. Ciò che è cambiato, rispetto alla prima alluvione, è lo spirito. L’incredulità e lo sbigottimento sono diventati sconforto e amarezza. L’acqua in casa è una realtà a cui non ci si può abituare. "Adesso dovrebbe scendere il livello, ma lei ci crede? – dice una donna, gli occhi lucidi per il pianto – L’hanno detto anche la prima volta".
La scuola di musica Artistation aveva riaperto da poco, dopo essersi rimessa faticosamente in piedi anche grazie a una raccolta fondi. E ieri è stata sommersa di nuovo: "Ci risiamo – scrivono i titolari online –. Purtroppo la terza alluvione in 16 mesi. Non sappiamo più cosa dire e pensare, veramente sono finite le parole. Avevamo riaperto da 10 giorni, stavamo ultimando i lavori, la scuola era bellissima. Non vedevamo l’ora di mostrarla a tutti nell’inaugurazione del prossimo weekend. Così non sarà. Vedremo cosa succederà, vi terremo aggiornati".
Molti se ne sono andati già nel pomeriggio e durante la notte. È rimasto chi vive ai piani più alti. Ariano Ragazzini è in via Cimatti ad assistere la madre e la figlia, che vivono al terzo piano di una palazzina che si affaccia sull’argine: "Ormai ci sono abituate – ride, ironico –. L’ansia della prima volta non c’è più. Adesso staranno almeno una settimana senza luce, perché le altre volte è andata così. Stanno qui lo stesso, però. Ci sono tre signore vedove e ultraottantenni nel palazzo, si fanno compagnia a vicenda. Ma se non si fa qualcosa per il Marzeno...".
C’è anche chi non perde lo spirito, come Fiorenzo Ruscelli, che vive di fronte alla rotonda di via Cimatti. Le foto mentre veniva portato in salvo sono tra quelle più celebri della seconda alluvione: "Sono una persona tranquilla, non mi agito, non mi arrabbio. Queste cose vanno affrontate un passo alla volta, o è peggio. Stanotte, però, non ho dormito. E chi l’ha fatto?"
Sara Servadei