Ugo Bentivogli
Erano gli anni in cui il bianconero andava di moda, in Romagna e non era solo quello del Cesena, ma quello a strisce verticali del Baracca Lugo. Il cavallino rampante dell’aviatore più famoso ben saldo sul petto e campionati d’oro con tanto di doppia promozione sino alla serie C1, un lusso clamoroso per una città come Lugo. Il creatore di tutto questo è stato Alessandro Galli che si è spento nella notte di mercoledì: storico presidente del Baracca Lugo dei miracoli, assieme all’altrettanto imprescindibile vice Rino Melandri. A 83 anni si è spento un apprezzatissimo dirigente, grande conoscitore di calcio in anni in cui il suo Baracca e la formazione più importante del ravennate. Non a caso ha lanciato un tecnico del calibro di Alberto Zaccheroni che con lui ha vinto prima la serie D e poi la C2, prima di spiccare il volo per altissime vette, tanto da diventare campione d’Italia col Milan e campione d’Asia alla guida del Giappone. Erano i favolosi anni Ottanta, primissimi anni Novanta: nel torneo di serie D 1988-89, sotto la magistrale guida di Galli e con Zaccheroni in panchina il Baracca si impose prima in serie D, replicando la promozione l’anno successivo in serie C2 con il secondo posto che valse la storica C1, mantenuta l’anno dopo con Guido Quadrelli inizialmente in panchina, poi Carletto Soldo, che iniziò l’anno successivo prima di passare la mano a Vincenzo Montefusco che però non salvò la squadra. Ma ci furono poi altri sette campionati di C2. Il tutto è stato mirabilmente raccontato in "Baracca, che anni queli anni" (edito da Tempo al Libro) scritto da Doriano Tamburini, lughese purosangue, che di Zaccheroni è stato lo storico viceallenatore. Appresa la notizia della scomparsa di Alessandro Galli, il sindaco Davide Ranalli ha voluto esprimere tutto il suo cordoglio: "Alessandro Galli è il simbolo di una fase irripetibile del calcio lughese, il Baracca Lugo che ai tempi della sua presidenza arrivò a risultati straordinari. Lo ricordiamo con gratitudine e affetto per quelle imprese epiche e per la capacità che ha dimostrato. Il suo nome, la sua presidenza, rimarrà nel cuore dei lughesi". Tanti sono gli aneddoti di quegli anni, anche quelli successivi in C2, comunque un vero lusso per una piazza come Lugo: un club e una città che trattava i suoi giocatori da veri professionisti, consentendo a tutti di lavorare al meglio. Tanto che molti dei giocatori di allora, pur provenendo da tutta Italia, alla fine si sono stabiliti in Romagna. Lo ricorda con grande affetto uno dei "suoi" giocatori, Francesco Palmieri, da Bari, prelevato in C2 dal Francavilla per giocare sempre in C2 al Baracca Lugo: due anni, 16 gol, prima di spiccare il volo verso categorie ben superiori e oggi affermato responsabile del settore giovanile del Sassuolo. "Una notizia che fa davvero male – dice tristemente lo stesso Palmieri – mi ha davvero voluto bene ed era uno che di calcio ne capiva ed era molto rispettato nell’ambiente. Mi diceva che non c’entravo nulla con la C2 che avrei dovuto giocare in serie A. Non si limitava a dirlo ma chiamava altri dirigenti per farlo sapere a tutti. Mi ha sempre trattato benissimo, professionalmente e umanamente: tutti i giovedì sera lo andavo a prendere e si andava a mangiare la pizza tutti insieme, con la squadra. Tanti ricordi, tutti splendidi".