NEVIO SPADONI
Cronaca

Il mio augurio per lui è di una Pasqua di resurrezione

A trentacinque anni decise di lasciare Serra De’ Conti, suo paese sulle colline a circa quindici chilometri da Senigallia ,in...

A trentacinque anni decise di lasciare Serra De’ Conti, suo paese sulle colline a circa quindici chilometri da Senigallia, in provincia di Ancona, per venire a Ravenna in cerca di lavoro. E qui, a Ravenna, Loris Rinaldi ha lavorato per lunghi anni prima, alla Rafar poi alla Sapir.

Purtroppo, un incidente sulla E 45 gli ha causato la morte in una grigia giornata di gennaio, dopo una settimana di coma all’ospedale ’Bufalini’ di Cesena, dove purtroppo in quelle condizioni ha compiuto i suoi 50 anni. Al funerale, nel suo paese dove era molto conosciuto e stimato, una gran folla ha gremito la chiesa parrocchiale, dove una nutrita delegazione di lavoratori della Sapir con la divisa, partecipava commossa. Erano i suoi amici, che hanno potuto apprezzare la competenza nel lavoro di Loris, ma anche lo spirito con cui ha affrontato l’attività di squadra: sempre pronto, sorridente, costruttivo. Tale è stato il suo operare, tanto che la Sapir ha successivamente deciso di assegnare due borse di studio a studenti meritevoli delle superiori e della Università in sua memoria.

Questo giovane, sempre allegro, pur avendo una bella famiglia nelle Marche, ha trovato a Ravenna un’altra famiglia che gli ha voluto bene, un bene che ha sempre contraccambiato con serenità, onestà e generosità, valori trasmessi anche a tanti amici, non solo di lavoro. Importante non dimenticare questa figura esemplare di giovane che ha contribuito al bene di questa città, apprezzandone le qualità e lo spirito dei romagnoli, pur rimanendo nell’animo sostanzialmente marchigiano. Tante volte scherzava con gli amici romagnoli, difendendo la cucina marchigiana, non disdegnando tuttavia, con l’esperienza precedente da cuoco a Senigallia, i nostri piatti. Ora Loris non c’è più; gli auguriamo una Pasqua di resurrezione, ma è certamente sempre vivo nel cuore anche di tutti i ravennati che lo hanno avuto a fianco per 14 anni e con lui hanno vissuto ore di lavoro ma anche di svago. Ora, forse, non potrà più ascoltare il suo idolo David Bowie, ma chissà…