Il futuro del cibo per Carlo Petrini. La politica si fa anche a tavola

Il fondatore di Slow Food alle 18 alla Classense. "Gli interessi della natura coincidono con i nostri"

Il futuro del cibo per Carlo Petrini. La politica si fa anche a tavola

Il futuro del cibo per Carlo Petrini. La politica si fa anche a tavola

“Il cibo non è più nutrimento e cura, ma ammala i nostri corpi per via di abitudini scorrette che privilegiano la quantità rispetto alla qualità. Ammala il nostro spirito, perché provoca gravi ingiustizie sociali. E ammala il pianeta, perché è tra i primi responsabili della crisi climatica, di cui poi paga un prezzo altissimo": è questa l’analisi di “Carlin” Petrini, ospite di Ravenna Festival oggi per la conversazione alle 18 nella Sala Dantesca della Biblioteca Classense, con l’introduzione di Daniele Morelli. Lo scrittore, sociologo e gastronomo, che ormai quarant’anni fa ha fondato Slow Food e che ha dato vita alla prima Università di Scienze gastronomiche, mette ancora una volta al centro della sua riflessione il cibo, invocando la necessità di un’educazione alimentare che passi anche attraverso l’educazione scolastica, strumento indispensabile verso un avvenire sostenibile.

Perché "gli interessi della natura coincidono con i nostri. Difenderli a partire da ciò con cui quotidianamente scegliamo di nutrirci può essere il nostro contributo individuale per essere parte del piano". L’appuntamento dal titolo Il futuro del cibo tra transizione ecologica ed educazione alimentare è a ingresso libero (e in streaming su ravennafestival.live) ed è parte della Via Sancti Romualdi, un percorso di eventi organizzato dall’Associazione Romagna-Camaldoli. Nell’anno in cui Ravenna Festival ha dedicato la propria XXXV edizione alla riflessione sulla relazione fra uomo e pianeta, quella di Carlo Petrini è una testimonianza che non poteva mancare all’appello.

Sin dalla stesura del Manifesto dello Slow Food nel 1987, Petrini ha lavorato per dare il giusto valore al cibo, praticando e diffondendo il rispetto verso chi lo produce in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali. Risale a maggio l’appello lanciato da Slow Food per chiedere al governo italiano di inserire l’educazione alimentare come insegnamento obbligatorio nelle scuole di ogni ordine e grado, nella consapevolezza che anche il settore alimentare è alle prese con la disinformazione, il greenwashing, livelli enormi di spreco e forti pressioni globali. Per questo è fondamentale mettere i cittadini – a partire dai più giovani – nelle condizioni di operare scelte di acquisto e consumo consapevoli, basate su informazioni corrette, strumenti e linguaggi appropriati. Ingresso libero.