Il furto alla Fira di Russi. Spariti 19mila euro: tutti assolti

Imputate cinque persone residenti in Veneto notate quella sera tra i partecipanti. L’incasso era destinato a una iniziativa benefica dell’associazione ’amici di padre Giorgio’.

Il furto alla Fira di Russi. Spariti 19mila euro: tutti assolti

Il furto alla Fira di Russi. Spariti 19mila euro: tutti assolti

Erano accusati di avere rubato durante la Fira dei Sett Dulur di Russi, edizione 2019, denaro raccolto per una nobile causa frutto delle fatiche di settimane di volontariato. Ben 19mila euro: ovvero l’incasso dello stand dell’associazione ’Amici di padre Giorgio Nonni’ la quale, in omaggio al missionario scomparso nel 2015, continua a raccogliere fondi da destinare a una piccola comunità sulle Ande peruviane. Per quel furto aggravato in concorso, commesso il 14 settembre di cinque anni fa, ieri mattina sono stati assolti tutti e cinque gli imputati, sebbene con la formula del II comma: quella che il giudice usa qualora ritenga che la prova sia insufficiente o contraddittoria. Si tratta di tre uomini e due donne, tutti nati in Veneto: Desy Steppic, 42 anni; Omar Steppic, 36 anni; Marilena Steppic, 32 anni; Rochi Lovacovich, 37 anni; Samuel Caldaras, 37 anni (sono difesi dagli avvocati Danilo Taschin e Massimo Bisci). La procura aveva chiesto condanne tra i 2 anni e i 2 mesi e i 2 anni e 9 mesi di reclusione. Il giudice Cosimo Pedullà depositerà le motivazioni dell’assoluzione entro 90 giorni. L’associazione ’Amici di padre Giorgio’ si era a suo tempo costituita parte civile con l’avvocato Luca De Tollis.

I soldi rubati erano in 7 marsupi usati dai camerieri dello stand quali casse mobili e che a fine servizio erano stati riposti all’interno di uno scatolone sotto un tavolo appoggiato alla parete esterna del gazebo. Qualcuno, strisciando sotto il tendone, si era introdotto nel retro del gazebo prelevando il contante dai marsupi. Una mamma che, assieme al compagno e al figlio che giocava sull’altalena del parchetto attiguo, aveva notato uno strano assembramento di persone: "In tre coprivano un uomo sdraiato supino sul pavimento che entra sotto lo stand, separato dal tendone. Mio figlio, sull’altalena, li sfiorava con i piedi, eppure loro non battevano ciglio. Questo mi parve anomalo", aveva riferito in aula. Inoltre un cameriere aveva ricordato di avere fotografato i tavoli. Nello scatto si riconoscevano i volti degli imputati, poi identificati della polizia locale: quella sera non erano passati inosservati in ragione del loro atteggiamento. Alcuni avevano cenato due volte; una delle donne si era lamentata della qualità delle patatine fritte. "Ricordo che cambiavano continuamente idea sulle ordinazioni – aveva ricordato di loro un volontario –. Erano in cinque e alla fine spesero qualcosa come 50 euro a testa: una cifra elevata rispetto alla media delle consumazioni nel nostro stand".