REDAZIONE RAVENNA

Il comitato ’Noi ci siamo’: "Alluvione 2023, nessuno si è assunto le responsabilità"

I cittadini annunciano una manifestazione davanti alla Regione il 17 ottobre "Abbiamo chiesto agli enti di sapere cos’è successo: non c’è stata collaborazione".

I cittadini annunciano una manifestazione davanti alla Regione il 17 ottobre "Abbiamo chiesto agli enti di sapere cos’è successo: non c’è stata collaborazione".

I cittadini annunciano una manifestazione davanti alla Regione il 17 ottobre "Abbiamo chiesto agli enti di sapere cos’è successo: non c’è stata collaborazione".

Una manifestazione a Bologna il 17 ottobre davanti alla Regione e nuove denunce. Il comitato ‘Noi ci siamo’ non si ferma e, dopo aver presentato ricorso al Tribunale delle acque di Firenze per chiedere di fare luce su quanto avvenuto durante l’alluvione del 2023, promette nuove battaglie. L’Accertamento tecnico preventivo presentato al tribunale fiorentino verrà discusso il 19 dicembre e il comitato chiede a Regione, Provincia, Comune e Consorzio di Bonifica di spiegare. "Tutti gli enti - ha detto l’avvocato Leone Spadoni - si sono costituiti e da parte del Consorzio di Bonifica c’è stata la chiamata in causa dell’assicurazione Unipol. Si sono scaricati le responsabilità l’uno l’altro e si sono opposti all’espletamento di questo accertamento. Abbiamo chiesto di sapere cos’è successo, perché non si ripeta". Accanto a lui l’avvocato Giuseppe Della Casa ha sottolineato, ’l’inaccettabilità della risposta’: "Non vogliamo la testa di nessuno, ma ci saremmo aspettati una collaborazione nell’accertamento della verità".

E’ intervenuta anche Alessandra Musumeci, presidente del comitato. "Veniamo da una notte difficile – ha detto – perché quando piove non dormiamo, siamo spaventati perché vediamo che quel poco che è stato fatto sul territorio è stato fatto male. A Traversara ha tracimato dove stavano riparando l’argine, è stata una piena piccola, eppure è accaduto".

All’incontro hanno preso parte anche i geologi Riccardo Galassi e Claudio Miccoli. Galassi ha ricordato il Piano stralcio assetto idrogeologico del 2003 nel quale venivano individuate le aree a rischio lungo gli argini, tutti gli studi successivi che mettevano in evidenza le fragilità del territorio, i punti in cui gli argini avrebbero potuto cedere, come poi è accaduto. Senza che questo impedisse di autorizzare lottizzazioni. "Quando vengono dati gli appalti alle ditte per la pulizia degli argini - ha aggiunto – non è prevista una direzione lavori, non viene spiegato cosa bisogna fare. Le casse di espansione non sono risolutive, bisogna allargare i fiumi e indennizzare chi abita nelle aree coinvolte".

Ha concluso l’incontro Claudio Miccoli, ex dirigente della Regione di cui, ha detto, "da anni contesto il paradigma utilizzato per la gestione e la sicurezza del territorio perché basato su previsioni datate". Ha spiegato che ormai non si può più parlare di episodi straordinari, ha puntato il dito contro "la demagogia ti tipo ambientalista e animalista. Se negli argini dei fiumi non si può lavorare perché ci sono vincoli ambientali, il risultato è questo. C’è una gerarchia nei problemi, io sono sfacciatamente omocentrico e metto la vita delle persone al centro". Infine il Consorzio di Bonifica: "Non sono solo enti irrigui, nascono come consorzi di scoli e bonifica e quello devono fare".

Annamaria Corrado