REDAZIONE RAVENNA

Il caso del Parco Marittimo. Il pm: "Nessun reato, archiviate". Ma è già pronto l’atto d’opposizione

Tre gli indagati per l’opera litoranea che tanto ha animato politica e associazioni ambientaliste. Per la procura interesse collettivo e materiali idonei. Ma verranno chieste ulteriori verifiche al gip.

Il caso del Parco Marittimo. Il pm: "Nessun reato, archiviate". Ma è già pronto l’atto d’opposizione

Il caso del Parco Marittimo. Il pm: "Nessun reato, archiviate". Ma è già pronto l’atto d’opposizione

Lo scopo dell’opera è "senz’altro quello di una migliore fruizione del demanio". Non risultano cioè violazioni "degli interessi collettivi". Inoltre le analisi hanno confermato che i materiali usati, rispettano "le caratteristiche prescritte dalla normativa". In definitiva, due gli esposti, stesso l’argomento - il Parco Marittimo - e medesima la richiesta della procura: archiviare. In entrambi i casi però è già pronto l’atto di opposizione per chiedere ulteriori verifiche: nel primo, l’udienza è stata fissata per metà mese davanti al gip Janos Barlotti quando parte offesa sarà Francesca Santarella per conto dell’associazione Italia Nostra. E figurerà un solo indagato: un 60enne legale rappresentante della ditta incaricata (avvocato Eleonora Sgrò). Per l’altro caso, si è in attesa che venga fissata l’udienza: qui gli indagati sono tre; ovvero, oltre al 60enne, anche due tecnici comunali. Mentre parte offesa sarà Alvaro Ancisi, capogruppo di LpRa.

La protagonista della querelle resta sempre l’opera che sin dalla sua progettazione ha alimentato discussioni sia a livello politico che ambientalista. Un humus sul quale erano cresciuti i due dettagliati esposti in ragione dei quali il pm titolare del fascicolo Monica Gargiulo ha vergato altrettante richieste d’archiviazione poiché gli accertamenti svolti - vi si legge - "non hanno consentito di acquisire elementi utili a potere formulare una ragionevole previsione di condanna". Nello specifico per quanto riguarda il primo esposto, dalle verifiche dei carabinieri forestali è emerso che "la variazione migliorativa al progetto, è stata portata a parità di costi" e rispettando "le caratteristiche prescritte dalla normativa". In quanto ai materiali usati, non solo erano tutti idonei. Ma quelli più grossolani, "sono stati rimossi dalla ditta appaltatrice su disposizione della direzione lavori".

Ancora più dettagliata la seconda richiesta di archiviazione: in questo caso frutto, oltre che del lavoro dei forestali, anche delle analisi della capitaneria di porto sui documenti, di quelle della guardia di Finanza sui reperti e dei campionamenti di Arpae. Per il pm anche se per il primo stralcio il Comune non aveva ottenuto nulla osta , tale documento "deve intendersi assorbito all’interno di un procedimento più organico eseguito nella conferenza dei servizi decisoria".

Circa i materiali, il pm ha evidenziato come già durante i lavori, "il Comune avesse "svolto in autonomia campionamenti per verificare la conformità dei materiali usati dalla ditta incaricata". Inoltre i risultati sono stati approfonditi dalle Fiamme Gialle e sono stati "ritenuti conformi". In merito al parere sulla seconda variante, i forestali hanno "confermato di non avere ricevuto richieste di autorizzazione: ma ritengono ciò compatibile con quanto già autorizzato nella conferenza dei servizi decisoria del 2019".

Sui costi, da ultimo, è emerso che la Finanza d’iniziativa aveva già dato un’occhiata alle varianti e ad altri aspetti "costatando la conformità della spesa sostenuta".

A questo punto la parola torna a chi aveva proposto gli esposti. Nel corposo atto di opposizione, un determinato Ancisi in particolare invita i magistrati ad acquisire integralmente due servizi del Tg3 in materia con tanto di esplicativi video. Nell’atto si critica inoltre il fatto che l’indagine sia stata affidata ai carabinieri forestali e alla capitaneria "in quanto parti in causa" dato che per il leader di LpRa avrebbero dovuto vigilare "in relazione ad ipotesi di reato ambientale". Forti critiche riguardano poi l’applicazione del diritto amministrativo. All’indice pure l’applicazione del codice dei contratti pubblici e l’uso del danaro pubblico. Ma tra i capitoli più importanti, figura quello del materiale il cui uso "ha trasgredito la normativa". Come dire che andava attivata una "azione penale per scarico illegale di sostanze nel suolo" o per "gestione di rifiuti non autorizzata". La conformità a cui ci si riferisce nella richiesta di archiviazione, a rigore di legge sarebbe cioè applicabile solo "ad attività di recupero ambientale" legata ad "aree degradate quali non sono, né potrebbero essere, le aree demaniali forestali" del Parco Marittimo. Del resto le analisi di Arpae su due campioni, "mostrano la presenza di inquinanti quali amianto, cadmio, cobalto" e altri "di cui è intollerabile qualunque immissione in qualsiasi riserva naturale dello Stato e in qualsisia rea del demanio marittimo".

Andrea Colombari