I lavori proseguono secondo programma con l’intenzione di concludere la prima tranche, anche la più consistente, entro agosto del prossimo anno. Si tratta di quella parte dell’ampliamento del pronto soccorso ex novo, sul lato che guarda verso il Cmp. "Sono state effettuate le fondazioni – spiega Francesca Bravi, direttrice sanitaria dell’Ausl Romagna – con i pilastri e a breve si arriverà al primo solaio. I lavori riguardano tutta la parte strutturale, al termine della quale si passerà agli interni, partendo dall’impiantistica". A gennaio inizieranno invece i lavori di ripristino degli spazi già esistenti. L’attuale camera calda verrà chiusa e sottoposta a un intervento di riorganizzazione che consentirà di recuperare spazi per l’attesa, per gli ambulatori e anche per una serie di aree inserite in un percorso di umanizzazione. "In questo ambito – prosegue Bravi – si inserisce ad esempio l’ampliamento della ‘breve intensità’, con l’aggiunta di nuovi posti letto. Ulteriori quattro posti letto sono inoltre previsti per la shock room, o area rossa. Lavoriamo a step, per cercare di ridurre al minimo i disagi agli utenti e anche a chi lavora al pronto soccorso".
E mentre all’esterno il cantiere non si ferma, all’interno del pronto soccorso il lavoro prosegue frenetico. "Gli accessi – sottolinea la direttrice sanitaria dell’Ausl Romagna – sono tornati ai livelli del prepandemia, sono quindi 100mila all’anno. Allo stesso tempo mancano i medici di medicina di urgenza, la specialità a cui dedichiamo più bandi in assoluto, ma è un problema a livello nazionale, non solo nostro. Occorre però rispondere anche con sempre maggiore appropriatezza clinica e organizzativa. Ad esempio una risposta nuova è anche quella dell’utilizzo del fast-track, ovvero della presa in carico veloce del paziente da parte dello specialista che riduce i tempi di attesa". All’interno del pronto soccorso si sta lavorando anche sul versante della sicurezza, per preservare il personale da eventuali intemperanze dei pazienti che spesso sfociano in violenza verbale e anche fisica. Dall’inizio dell’anno i casi conclamati di violenza verbale in pronto soccorso sono stati sei, dodici invece i casi di violenza fisica che non sono solo aggressioni, ma anche un pugno su un muro o su un tavolo, di questi ultimi, quattro sono sfociati in infortuni che hanno coinvolto altrettanti infermieri. Nel 2022 i casi di violenza verbale erano stati dieci, sei quelli di violenza fisica. "Questi – spiega Francesca Gnudi, dirigente del Servizio prevenzione e protezione dell’Ausl Romagna – sono i casi più gravi. Medici e infermieri sono molto bravi a gestire intemperanze e maleducazioni e non le segnalano neanche. Riescono spesso a disinnescare situazioni poco piacevoli". Attualmente nell’ospedale di Ravenna sono in servizio due vigilanti durante il giorno e uno durante la notte e garantiscono anche la copertura in pronto soccorso dove è presente un presidio di polizia attivo dalle 8 alle 20. "Inoltre – conclude Gnudi – c’è una linea diretta con la centrale operativa che consente, in caso di situazioni realmente pericolose, di entrare subito in contatto con le forze dell’ordine".
a.cor.