Un tempo, nelle campagne romagnole non conoscevano l’ipertensione, la pressione alta, ma ne conoscevano gli effetti: sangue dal naso, cefalea, svenimento. Malanni contro i quali veniva messo in atto un ventaglio di rimedi. Nel Ravennate si beveva acqua di gramigna, a Fusignano si consigliava di mangiare uno spicchio d’aglio fresco o secco, "un spìgval d’àj" possibilmente inumidito dalla rugiada miracolosa che cade le notte di San Giovanni, invece altrove lo si macerava nella grappa. Contro lo svenimento, detto ‘zabaj’ o ‘fastìdi’, si faceva annusare "L’asé di sët ladrôn" l’aceto dei sette ladroni, ottenuto con aceto di vino bianco, erba canèla, erba ròsa, erba lella, erba d’Sa’ Zvân, erba dla Madóna, aglio e rosmarino.
CronacaI rimedi per i disturbi dell’ipertensione