I rimborsi per i danni dell’alluvione: "Metà importo arriverà dopo i lavori e serve la perizia di un tecnico"

Un lungo incontro con i commissari, davanti a una platea gremita, per rispondere alle domande dei cittadini. Tante le questioni sollevate, tra cui gli abusi edilizi: se le difformità superano il 2% serve una sanatoria. .

I rimborsi per i danni dell’alluvione: "Metà importo arriverà dopo i lavori e serve la perizia di un tecnico"

I rimborsi per i danni dell’alluvione: "Metà importo arriverà dopo i lavori e serve la perizia di un tecnico"

"Le diverse casistiche sono così complesse che si poteva continuare all’infinito a fare riunioni, ma anche andando avanti per anni l’ordinanza risultante non avrebbe coperto tutte le casistiche. Così abbiamo deciso di fare una sintesi, tracciare una linea e porre le basi per iniziare a elargire le risorse, continuando a recepire le istanze sul territorio". La sintesi difficile, la ’linea’ a cui ieri pomeriggio ha fatto riferimento il tenente colonnello Vincenzo Martella, tra i commissari dell’alluvione, è l’uso della piattaforma Sfinge per i rimborsi. Davanti a lui una platea di oltre un centinaio di persone, nella sala rossa del Pala De Andrè gremita per l’incontro con i commissari: tanti gli alluvionati, ma anche i tecnici che in questi mesi sono alle prese con le perizie dei danni. Perizie che sono il primo passi imprescindibile per ottenere i fondi. "Non vi nascondo che abbiamo studiato se a livello normativo fosse possibile eliminarle per i danni sotto ai 20mila euro – ha spiegato Martella – ma la legge non lo consente. Dovete scegliervi un bravo perito che dimostri il danno con nesso di causalità rispetto al disastro". È il primo step. La documentazione da Sfinge passa dapprima per il controlli del Comune, che fa una verifica per accertarsi che non manchi niente alla richiesta (e, nel caso, chiama il cittadino facendoglielo notare e invitandolo a ritirare la domanda e a farne una nuova, più completa). Un secondo controllo, più preciso, lo fa Invitalia, che può richiedere documentazione aggiuntiva. Possono avvenire integrazioni o controlli. Se la richiesta supera tutti gli step si arriva all’erogazione del 50% dell’importo riconosciuto. "È ciò che viene dato subito – ha spiegato il colonnello Carlo Latorre, tra i commissari, responsabile ricostruzioni private –, è la prassi. A quel punto il cittadino fa i lavori con le fatture, le presenta su Sfinge e riceve il resto". Il cittadino quindi deve anticipare il 50% dell’importo dei lavori.

Nota bene: occorre pagare con bonifico postale o bancario e inserire il codice che verrà associato alla propria pratica dalla piattaforma. I commissari hanno specificato che è possibile anche farsi rimborsare quanto già pagato con carta di credito o bancomat, ma solo se precedente all’ordinanza.

Un’alternativa ancora sospesa è il credito d’imposta, per il quale con la legge di bilancio sono stati stanziati 700 milioni da parte del governo, mentre i fondi a disposizione del commissario per i rimborsi ammontano in totale a 600 milioni. "Sappiamo già che le risorse al momento non sono sufficienti a ristorare tutti i danni e imprese e famiglie – ha detto Martella – ma il commissario Figliuolo ha in cassa 1 miliardo e 300 milioni da spendere: come fa a chiedere al Governo altri soldi?"

Davanti ai commissari, tra cui anche tecnici della Regione e di Invitalia, una platea scettica che ha compreso le difficoltà dei commissari ma che è alle prese con situazioni complesse, alcune delle quali tagliate fuori dalla possibilità di rimborso. È il caso del cittadino che a maggio stava traslocando a Cervia e che ha perso tutti i mobili perché li aveva provvisoriamente portati in un deposito a Chiesuola che è stato allagato, o di chi ha chiesto la possibilità di fare nuove richieste di rimborso in futuro nel caso in cui emergano danni che tuttora non si vedono.

I commissari hanno poi risposto agli interrogativi circa l’operatività di Sfinge: "La piattaforma funziona. Se qualcuno ha avuto difficoltà è perché alcuni Comuni non avevano comunicato il nome di un responsabile per il controllo, e senza quello non si andava avanti. Ma ora abbiamo contattato tutti i Comuni singolarmente".

Una grossa questione riguarda gli abusi edilizi: se le difformità superano il 2% tutto si blocca. Prima occorre una sanatoria, talvolta con nuove opere a carico del cittadino. Solo successivamente si potrà fare richiesta di rimborso, che coprirà solo i danni dall’alluvione. I commissari hanno invitato tutti coloro che sono sicuri di non avere difformità a mandare le perizie. "Ma il 99% delle persone pensa di non averne, e invece è solo l’1% – ha detto Rita Rava, presidente dell’Ordine degli architetti di Ravenna, presentando le difficoltà della categoria in un intervento molto applaudito –. Mi dispiace che vengano dipinti i tecnici come persone poco serie, venali. Non ci fa piacere che venga sminuito il nostro lavoro. Siamo gente seria e in buona fede, ma ci sono problemi e bisogna dire la verità. Si sta semplificando troppo la questione".

Infine gli sportelli: nei giorni scorsi è stato resa nota l’apertura di punti in cui sarà possibile confrontarsi con i commissari. Saranno attivi tre giorni a settimana, alternativamente a Ravenna e Lugo. "Venite con i tecnici, così non perdiamo tempo e chiariamo i punti delle singole pratiche – ha detto Martella –. Per evitare file studieremo un metodo di prenotazione".

Sara Servadei