I rimborsi a sei mesi dall’alluvione. La piattaforma Sfinge dovrebbe sbloccarli

A settembre erano stati stanziati 70milioni per i cittadini, per le spese più urgenti, oltre alle donazioni da parte dei Comuni. Da poche ore sono erogabili 20mila euro per i privati e 40mila per le imprese .

I rimborsi a sei mesi dall’alluvione. La piattaforma Sfinge dovrebbe  sbloccarli

I rimborsi a sei mesi dall’alluvione. La piattaforma Sfinge dovrebbe sbloccarli

Sono passati sei mesi da quel 16 maggio che vide abbattersi sulla Romagna l’alluvione più grave della sua storia. Una ricorrenza che è anche un primo giro di boa in quella battaglia per la ricostruzione che amministrazioni, cittadini e imprese hanno intrapreso dalle prime ore dopo il disastro, e che presumibilmente li vedrà impegnati ancora per anni. I sei mesi alle spalle sono scanditi dai vari interventi messi in campo da governo, Regione e Comuni per i primi ristori ai cittadini alluvionati.

L’avvio della piattaforma Sfinge, poche ore fa, che consentirà ai privati di accedere a un primo rimborso dei danni subiti alle abitazioni pari a 20mila euro, che salgono a 40mila sul fronte delle imprese. Prima ancora, come molti ricordano, erano stato il turno di Cis e Cas – rispettivamente contributi per l’immediato sostegno e per l’autonomia sistemazione – stanziati dalla Regione. I contributi di immediato sostegno erogati avevano sfondato già a settembre la soglia dei 70 milioni di euro: si tratta della somma degli importi, dal valore compreso fra tremila e cinquemila euro, relativi ai rimborsi per gli interventi più urgenti eseguiti sul fronte strutturale e impiantistico, dell’arredamento, degli elettrodomestici (ma anche, per la prima volta, per abbigliamento e materiale didattico per i figli). Per i Cas erano stati stanziati già in un primo tempo otto milioni di euro: si trattava di contributi da 400 euro per i nuclei familiari composti da una sola persona, da 500 per le coppie, e a salire da 700, 800 e 900 euro (il contributo era aumentato di 200 euro per ogni componente del nucleo familiare superiore a 65 anni o disabile). Un capitolo a parte è quello relativo ai fondi che i Comuni hanno potuto erogare ai cittadini prelevandoli dalle donazioni ricevute in questi sei mesi. A fianco delle donazioni legate a specifici interventi (quelli ad esempio legati alla biblioteca Manfrediana di Faenza, devastata dall’inondazione), le amministrazioni hanno optato per interventi diretti alle famiglie. Il Comune di Ravenna ha riconosciuto ai soggetti che hanno diritto al Cis fondi per diecimila euro (qualora l’importo dei danni all’abitazione fosse superiore ai 50mila euro) o per cinquemila euro (in caso di danni fra i 25mila e i 50mila euro). Mille euro sono stati erogati a chi aveva subito danni ma senza poter accedere a Cis e Cas.

A Faenza si è invece optato per contributi variabili in base all’Isee: duemila euro per chi ha un Isee non superiore ai 15mila euro, mille per chi ha un Isee fino a 24mila euro. Se insomma per i cittadini si sono spalancati in questi mesi almeno alcuni canali attraverso cui far arrivare ossigeno, sul fronte delle imprese la situazione è stata decisamente più critica. "Le aziende sono ancora sostanzialmente in attesa di vedere reali sostegni dal settore pubblico – fanno notare, rispettivamente per Confcommercio e per Confesercenti, Antonio Ravaglioli e Chiara Venturi –. Ad esclusione del bonus Inps fino a un tetto di tremila euro e del fondo messo a disposizione dalla Camera di Commercio (2,5 milioni di euro complessivi per i quali sono piovute in breve tempo migliaia di domande, ndr), le imprese sono ancora alla finestra in attesa di contributi concreti".

Nel frattempo ha aperto le sue porte Sfinge, "ma i tempi, anche solo per poter caricare la domanda sul portale, si annunciano lunghi". C’è poi il capitolo delle misure già attivate precedentemente all’alluvione ma cui i cittadini hanno fatto ricorso proprio in conseguenza dei fatti di maggio: un esempio è il bonus per le sedute psicologiche – fra gli alluvionati molti lamentano stress successivi al trauma – che poteva arrivare a un massimo di 600 euro per chi ha l’Isee non superiore a 15mila euro.

Filippo Donati