
Il ritrovo, 58 anni dopo, dai ‘ragazzi’ della IV A del liceo. ‘Dante Alighieri’
È stata una serata speciale quella vissuta, 58 anni dopo, dai ‘ragazzi’ della IV A del Liceo Ginnasio ‘Dante Alighieri’ al circolo ’La Gardela’. A rendere commovente l’incontro è stata la rilettura, 22 anni dopo, della lettera che nel dicembre del 2002 aveva inviato ai suoi ‘ragazzi di una volta’ la mai dimenticata insegnante, Alda Foschi che a Ravenna è stata guida culturale per centinaia di ragazzi e che fu poi moglie di Umberto Foschi, anche lui docente, storico, promotore di importanti iniziative culturali e collaboratore anche del Resto del Carlino. "Se nessuno di noi si è perso nei meandri della vita – sottolinea uno dei ‘ragazzi’, l’avvocato Roberto Fabbri – ma ha avuto un suo ruolo quale professore, medico, giornalista, imprenditore, avvocato, impiegato, lo deve anche ai precetti, alla professionalità, alla dolcezza che la nostra amata professoressa Alda Foschi ha sempre manifestato nei nostri confronti. Quanto ci scrisse 22 anni fa, in risposta alla foto di un nostro incontro conviviale che le avevamo inviato, è ancora attuale e testimonia la sua lungimiranza, nonostante attraversasse un momento difficile per la morte del marito. A rileggere quelle profonde considerazioni, testimonianza di una scuola che forse non esiste più, ci siamo commossi".
Scriveva fra l’altro Alda Foschi: "Vi ho rivisto nei banchi, con gli atteggiamenti, le espressioni, i modi di fare di quasi tutti, ma soprattutto ho risentito il calore umano che, malgrado il latino, il greco, le insufficienze, i brontolii, ci univa in una complicità che a me dava il senso di una famiglia allargata, con tante persone a cui dare, anche senza volerlo espressamente, un insegnamento di vita. Quanti anni sono passati e quanti avvenimenti hanno segnato a fondo le nostre vite! È un destino misterioso che ciascuno di noi si crea, un intrecciarsi di gioie e dolori la cui valutazione, spesso sbagliata, toglie serenità creando insofferenza e incomprensioni. Ora sono vecchia, non sono saggia, come pensavo dovesse essere l’età ultra matura, però penso che il segreto unico della vita sia il ’voler bene’ il che non è del tutto facile perché comporta comprensione, tolleranza, disponibilità, pazienza ecc. Se uno riuscisse proverebbe, credo, una serenità liberatoria dalla egoistica superficialità che oggi, nella maggior parte delle persone, crea grossi problemi di convivenza familiare e sociale. Grazie del pianto di gioia che il vostro ricordo ha suscitato".
c.r.