Migliaia di firme raccolte per "difendere i pini di Lido di Savio", oltre a un ricorso in tribunale. Ora però il gruppo ‘Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna’, seguito dall’avvocata Virginia Cuffaro, deve incassare una prima "sconfitta giuridica" dal momento che il giudice della sezione civile del Tribunale di Ravenna, Elena Orlandi, ha stabilito che la competenza è del Tar e ha condannato i ricorrenti a rifondere al Comune di Ravenna le spese di lite, liquidate in 3.228 euro per compensi professionali, oltre accessori di legge. La controversia, infatti, come si legge nell’ordinanza non può "che afferire all’ipotesi di cui all’art. 133, lett. f) del codice del processo amministrativo, che riguarda non solo edilizia e urbanistica ma, più in generale, tutte le ipotesi in cui gli atti ed i provvedimenti della pubblica amministrazione afferiscono all’’uso del territorio’". Cognizione estesa anche alla tutela dei diritti soggettivi in ipotesi lesi; ragion per cui deve "essere dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice ordinario a favore del giudice amministrativo". Il diritto soggettivo leso sarebbe stato quello "all’ambiente salubre" leso, appunto, dall’abbattimento dei 49 pini. La delibera di cui i ricorrenti hanno chiesto la sospensione e la disapplicazione ha ad oggetto, infatti, l’approvazione del progetto definitivo per l’intervento ‘Stradelli retrodunali’ Casalborsetti e Lido Di Savio e l’intervento di completamento della riqualificazione, accessibilità e aree retrostanti agli stabilimenti balneari, finanziato dal Pnrr e che, tra le altre cose, prevede l’abbattimento di 49 pini. Il progetto di riqualificazione urbanistica si colloca nell’ambito di un più ampio progetto di creazione di un parco territoriale nel litorale e sarà il Tar, nel caso in cui i ricorrenti lo decidano, a doversene occupare. Secondo i ricorrenti, e gli esperti da loro contattati, i pini sono in buona salute e "un abbattimento sistematico e in grande numero di piante d’alto fusto come quello in oggetto può essere equiparato alla distruzione di un intero habitat". Tesi che il giudice civile non analizza in quanto non di sua competenza. Soddisfatta l’Amministrazione comunale che intende andare avanti, come conferma l’assessora ai Lavori pubblici Federica Del Conte. "Il fatto che i giudici abbiano condannato il Comitato alle spese processuali non è di poco conto – spiega – e da parte nostra sono in corso ulteriori verifiche sulle alberature non ancora abbattute. Nel frattempo i cantieri vanno avanti con le opere sottostanti come quelle fognarie e acquedottistiche".
Stupiti e amareggiati i cittadini del comitato che in una nota sottolineano che "altrove, come a Torino e a Piacenza, per procedimenti analoghi, non è stato così, e si è seguito il filone tracciato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, come puntualmente ricordato alla giudice dall’avvocata Cuffaro anche durante l’udienza di presentazione del ricorso, il 27 novembre". E ancora: "La giudice ha deciso di condannare i cittadini, coloro che stanno cercando di tutelare alberature pubbliche sane, benefiche e di pregio, ovvero un bene comune, alle spese processuali. Lo sgomento è grande". Ora, come sottolinea l’avvocata Cuffaro, "c’è tempo fino all’8 gennaio per presentare un eventuale reclamo, ne stiamo valutando l’opportunità".
Giorgio Costa