La giovane si era tenuta tutto dentro. E quella brutta esperienza vissuta a inizio anno durante uno stage di un mese per la scuola in un locale di Massa Lombarda, l’aveva congelata in una frase di un tema: "Hanno trovato delle scuse per toccarmi". La prof di italiano, al momento di correggerlo, se ne era accorta: e con molto tatto aveva chiamato fuori dall’aula la giovane - una studentessa 17enne di un istituto della Romagna Faentina - e le aveva chiesto di aprirsi. Le confidenze su quanto secondo la minorenne accaduto, erano prima finite sul tavolo del dirigente scolastico. E da qui, attraverso formale segnalazione, in procura a Ravenna.
Le conseguenti indagini della polizia coordinate dal pm Lucrezia Ciriello, sono ora approdate a un avviso di conclusione indagine per due ragazzi poco più che ventenni responsabili della cucina. Per i due - difesi dagli avvocati Gian Luigi Manaresi e Paola Converti - l’accusa è di violenza sessuale, in un caso continuata e per entrambi aggravata dal fatto che la studentessa fosse minorenne. In sintesi la procura attribuisce loro l’avere costretto la 17enne a subire atti sessuali: per il primo indagato, nella lista accusatoria figura un palpeggiamento; per il secondo, figurano vari palpeggiamenti oltre a un paio di tentativi di baciare la ragazza.
Davanti alla sezione specializzata della squadra Mobile di Ravenna, la studentessa aveva ricordato di avere chiesto lei stessa di potere fare lo stage in quel posto perché lo conosceva. E, come accade a ogni aspirante chef, era partita dalle mansioni più semplici in cucina. Un ambiente dove la temperatura è decisamente sostenuta per via dei vari fuochi accesi: e così lei si era vestita di conseguenza con una maglietta ma con sopra la camicia della divisa bene abbottonata. Aveva lo stesso percepito vari sguardi insistenti seguiti da relative giustificazioni: "Mi hai istigato". I primi approcci negativi li aveva individuati in un tentativo di bacio: il suo dirimpettaio aveva cercato quell’approccio salvo poi pentirsi quando lei lo aveva spinto via: "Scusami, ho sbagliato". E poi ancora palpeggiamenti in una occasione mentre cercava i guanti da lavoro o ancora al momento di accomiatarsi a fine stage. Uno dei due si era pure preoccupato perché temeva che la sua ragazza lo venisse a sapere.
All’inizio la 17enne non sapeva come reagire: non le era mai capitata una cosa simile. Dopo la stage, aveva preso accuratamente a evitare la strada che passa davanti a quel locale. Ma dell’esperienza, aveva preferito non parlare a nessuno. Qualche confidenza a un’amica e basta. Fino a quel tema, "usato come fosse un diario", aveva spiegato agli inquirenti. La prof, dopo avere raccolto da lei i particolari, le aveva detto che "era una cosa abbastanza grave" e che avrebbe avvisato il preside.
Andrea Colombari