I medici lanciano l’allarme : "Diritto alla salute a rischio. Marcia indietro o dimissioni"

Protestano i camici bianchi del servizio di Continuità assistenziale. In 160 potrebbero lasciare "L’Ausl vuole sopprimere le centrali provinciali telefoniche. Noi da lì diamo risposte ai pazienti".

I medici lanciano l’allarme  : "Diritto alla salute a rischio. Marcia indietro o dimissioni"

I medici lanciano l’allarme : "Diritto alla salute a rischio. Marcia indietro o dimissioni"

Il diritto alla salute di tutti è a rischio: a dirlo sono i medici del servizio di Continuità assistenziale dell’Ausl Romagna, la ex-guardia medica, professionisti in prima linea per il benessere della comunità. Che oggi si dicono pronti alle dimissioni di massa. "Negli ultimi mesi sono in corso sempre più frequenti tentativi di tagli dei servizi sanitari mascherati da riorganizzazioni e miglioramenti – scrivono i medici –: il più importante che l’Ausl Romagna intende attuare in questo momento riguarda la soppressione delle centrali provinciali telefoniche di risposta medica, dedicate esclusivamente alla consulenza telefonica. Ad oggi, le province di Rimini e Ravenna sono dotate, per il servizio di Guardia medica, di centrali telefoniche nelle quali operano diversi medici dedicati esclusivamente a quella mansione. Il medico di centrale operativa, dopo una breve anamnesi e una serie di domande, può decidere di consigliare, prescrivere o inviare, a seconda della gravità, una visita medica, eseguita da un medico dedicato alle sole visite domiciliari, oppure un’ambulanza per i casi più gravi. Nell’ipotesi di soppressione delle centrali mediche operative, verrà introdotta un’unica centrale per tutta la Romagna, dove risponderà personale non sanitario, il cosiddetto ‘operatore laico’, il quale, non avendo le competenze necessarie, non potrà fornire una consulenza medica e quindi si limiterà semplicemente a trasferire la telefonata al medico locale delle visite domiciliari".

Un passo indietro clamoroso, secondo i professionisti: "Il medico locale sarà costretto a svolgere una doppia funzione: quella della consulenza telefonica, non più erogata dalla centrale, e quella della visita domiciliare. A tal proposito, ricordiamo che i medici della centrale operativa prendono in carico ogni minuto diversi pazienti: se i ruoli dei medici (risposta telefonica ed esecuzione della visita) non resteranno separati, come nell’attuale divisione, si rischierà la perdita di centinaia di prese in carico. Inoltre, gli stessi medici adibiti alla visita domiciliare subiranno una forte riduzione. In questo modo il medico che si troverà in servizio, con la propria auto, dovrà recarsi tempestivamente presso le case dei pazienti e al contempo rispondere al telefono a ogni nuova chiamata, magari mentre sta guidando o, peggio ancora, mentre visita il paziente. Ciò andrà a discapito dell’attenzione, scrupolosità ed empatia che il medico può impiegare sia nella risposta telefonica, sia nella visita medica al letto del paziente, trovandosi in spiacevoli situazioni di sovraccarico. Ricordiamo che la creazione delle centrali operative mediche, risalente a più di vent’anni fa, servì a superare un problema che oggi invece si vuole riproporre, sancendo così un enorme passo indietro". I medici si dicono spalle al muro: "Se il nostro appello rimarrà inascoltato la maggior parte dei circa 160 medici che lavorano per la Continuità assistenziale della Romagna sarà costretta a dare le dimissioni".

Filippo Donati