Investimenti sui trasporti pubblici e la viabilità si può dire mettano d’accordo tutto lo spettro politico. C’è un tema su cui la campagna elettorale ha visto lo scontro più acceso, e cioè quello ambientale: mentre alla vigilia delle regionali gli occhi di tutti erano puntati sul risultato del Pd nell’alluvionata Fornace Zarattini (qui de Pascale riuscì a vincere, ma solo col 49%, mentre in una delle due sezioni di Santerno, al confine con Traversara, il Pd fu addirittura sconfitto), alle comunali l’impressione è che si guarderà ai lidi, territorio che già storicamente è meno favorevole al centrosinistra.
"La bomba della subsidenza rischia di scoppiare fra le mani già del prossimo sindaco", ripetono nel quartier generale di Alvaro Ancisi, candidato scagliatosi a viso aperto contro la piattaforma Angela Angelina, sulla cui chiusura nel 2027 sta trascinando dalla sua parte pezzi di sinistra compresi all’interno del campo largo. E non è tutto: a Punta Marina la battaglia contro il rigassificatore che sarà posto a otto chilometri dalla costa è tutt’altro che finita: i residenti e gli ambientalisti – ma il tema è stato sollevato anche da Nicola Grandi, consapevole appunto della rilevanza per lui del voto sui lidi – sono intenzionati a chiedere quanto meno uno sconto rispetto ai venticinque anni di operazioni previsti per la nave metanifera. Tanto da costringere il candidato dem Barattoni a rincorrere sul fronte ambientale: il piano-alberi da lui proposto verrà giudicato dalla comunità ambientalista e scientifica, che chiede una misura più forte ma paradossalmente a costo zero, e cioè uno stop autentico al consumo di suolo, a quell’emorragia di verde pubblico e terreni agricoli che solo nel 2023 è costata a Ravenna 81 ettari di superficie, facendone nella penisola la capitale del cemento. In particolare nei luoghi paesaggistimente più rilevanti, come l’Ortazzo e Marina Romea, quello che residenti e frequentatori chiedono è uno stop al cemento netto e plateale.
f.d.