REDAZIONE RAVENNA

I dipendenti che lasciano. Infermieri, oss e tecnici. In un anno 112 dimissioni

Il dato in provincia: sono il 41,5% di coloro che se ne sono andati nel 2024. Lanzillotti (Uilfpl): "L’esodo dei professionisti non può essere sottovalutato. In assenza di un assetto gestionale sostenibile si creano enormi difficoltà".

A Ravenna il Pronto soccorso è una delle aree più critiche

A Ravenna il Pronto soccorso è una delle aree più critiche

Hanno lasciato l’azienda in 270. Alcuni, una bella fetta - il 45,5% - per pensionamento, altri 35 per mobilità. I restanti 112 hanno scelto di andarsene: dimissioni volontarie. Tanti sono stati i dipendenti Ausl del comparto in provincia di Ravenna con contratto a tempo indeterminato che hanno lasciato l’azienda nel corso del 2024. Il 41,5% di loro si è dimesso, un dato più alto rispetto agli 83 su un totale di 216 dipendenti che avevano lasciato l’azienda nel 2023 (tra cui anche 111 pensionamenti e 22 mobilità). Due anni fa le dimissioni volontarie hanno pesato per il 38,4% sul totale di coloro che se ne sono andati.

I numeri riguardano, per l’appunto, il personale del comparto: ovvero infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, personale della riabilitazione, tecnici della prevenzione, oss, autisti di ambulanza, tecnici e amministrativi.

La provincia di Ravenna è quella in cui c’è stato il maggior numero di ’addii’: in totale in Romagna infatti nel 2024 se ne sono andati 661 dipendenti (331 per pensionamento, 255 per dimissioni volontarie, 75 per mobilità), di cui per l’appunto 270 dal Ravennate, 176 dal Riminese, 111 dal Forlivese e 104 dal Cesenate. A Rimini le dimissioni volontarie sono state 64 (36,4%), a Forlì 47 (42,3%) e a Cesena 32 (30,8%). In tutta la Romagna le dimissioni volontarie hanno pesato per il 38,6% sul totale di coloro che hanno lasciato l’azienda nel 2024. Nel 2023 il dato totale era pari a 611 persone, con 336 pensionamenti, 212 dimissioni volontarie e 63 per mobilità. In quel caso, quindi, le dimissioni volontarie furono il 34,7%.

"Non può essere sottovalutato il consistente esodo di professionisti che decidono di abbandonare una tra le aziende sanitarie pubbliche più grandi del nostro Paese in cerca di una qualità del lavoro migliore e una maggiore valorizzazione del proprio ruolo" commenta Luca Lanzillotti della Uilfpl di Ravenna, che aggiunge che "è facile comprendere come in assenza di un assetto gestionale sostenibile si possano creare enormi difficoltà per gli operatori, che spesso devono fare i conti non solo con estemporanee situazioni di emergenza, ma quanto con momenti di ordinaria complessità che hanno ripercussioni dirette sugli istituti contrattuali a partire dalla programmazione e fruizione di permessi e ferie e alla frequenza con la quale viene garantita la giornata di riposo; elementi negativi che alla lunga spingono le persone ad andare via". Per Lanzillotti "un dato emblematico proviene dall’équipe infermieristica del Pronto soccorso di Ravenna, sotto di ben 8 unità e a favore della quale come Uilfpl chiediamo venga data risposta dalle 50 assunzioni che l’Ausl Romagna, attingendo dalle sessioni di laurea del mese di novembre scorso come da noi richiesto, ha destinato all’ambito provinciale di Ravenna. È del tutto evidente come sia quindi necessario garantire un costante monitoraggio su alcuni livelli di responsabilità dell’Ausl che, ricordiamo, assicura servizi sanitari a più del 25% della popolazione dell’Emilia-Romagna".

Per Lanzillotti i numeri "richiedono interventi finalizzati ad accrescere il benessere personale e lavorativo dei professionisti, nonché azioni di attrattività e fidelizzazione che passano attraverso un adeguato rinnovo del contratto collettivo, fermo nella sanità pubblica al triennio 2019/2021, accordi di secondo livello in grado di rispondere realmente alle esigenze dei lavoratori e un’adeguata gestione e organizzazione del lavoro".

L’Ausl precisa che in tutta l’azienda i lavoratori del comparto sono oltre 11mila.

Sara Servadei