"Ho riaperto il ristorante di mio padre e preparo pasti per gli alluvionati"

La storia dello chef Roberto Orlati che, con alcuni colleghi e cinquanta volontari, è all’opera dal 20 settembre scorso

"Ho riaperto il ristorante di mio padre e preparo pasti per gli alluvionati"

La storia dello chef Roberto Orlati che, con alcuni colleghi e cinquanta volontari, è all’opera dal 20 settembre scorso

Una vera e propria task force organizzata per cucinare e offrire supporto, anzi, una "coccola" – come dice Prima Sardelli – a tutti coloro che a Traversara hanno trascorso intere giornate a spalare fango. Dal 20 settembre, il giorno successivo all’alluvione, lo chef Roberto Orlati, insieme a Rosella Mengozzi della Federazione Italiana Cuochi, a Prima Sardelli, traversarese doc e a una cinquantina di volontari, ha coordinato al Borghetto Traversara nella cucina e nei locali dell’ex ristorante del padre Remo, chiuso dal 2015, la produzione dei 12.000 pasti, fra colazioni e pranzi, distribuiti fino ad ora. Il team non si scioglierà fino a quando il gas non tornerà in via Torri, dove le case ne sono ancora prive. Al momento l’unica parte del lavoro che è conclusa è la preparazione delle colazioni in vista della riapertura, attesa a giorni, del bar Dante. "Tutto il cibo che abbiamo e stiamo cucinando– precisa Orlati – è frutto di donazioni dal territorio e dal resto d’Italia. Ho visto tanta generosità, da volontari, cittadini, molte aziende e cuochi anche stellati".

I numeri danno una dimensione dell’impegno, garantito dalla disponibilità di coloro che hanno dato una mano. "Due infermiere, ad esempio, sono venute tantissime volte per lavare le pentole dopo il turno di lavoro, anche notturno – racconta Orlati –. In media, preparavamo 500 panini al giorno in aggiunta al pranzo caratterizzato da un menù sempre diverso". Qualcuno ancora ricorda le 360 porzioni di pasta al forno andate a ruba durante il pranzo dei primi giorni, i 75 chili di sugo preparati a casa da uno degli chef della Federazione Italiana Cuochi e poi consegnati nei contenitori, le 120 uova di passatelli e i 14 chili di sfoglia tirata, i 25 litri di caffè a disposizione quotidianamente e i 1.200 pasti cucinati in un solo giorno. "Abbiamo preparato lepri, anatre, la salsiccia coi fagioli, insalate di pollo e altri piatti – racconta Orlati –. Un gruppo di ragazzi dal Trentino ha portato 40 chili di spezzatino 300 canederli e 17 strudel. Un esempio fra i tanti. I primi a donare sono stati la coop San Vitale che ci ha fornito carne e pomodori e la Cartaria Lughese che ha dato i contenitori per le porzioni. Ogni giorno avevamo un servizio navetta di collegamento con il punto di distribuzione davanti alla caserma dei carabinieri di Traversara con 3 auto che andavano avanti e indietro. Abbiamo distribuito pasti anche ai residenti di tre strade di Villanova, le vie Cogollo, Aguta e Cocchi e, in parte, della Viazza. Mai avrei pensato a numeri simili".