MATTEO NACCARI
Cronaca

Guidarello dorme sonni tranquilli: ora non è più l’amuleto delle nozze

Ravenna, lontano dai riflettori la statua baciata da cinque milioni di donne per conquistarsi il matrimonio

La statua di Guidarello conservata al Mar, il Museo d’arte ospitato a Ravenna

Ravenna, 14 marzo 2022 - L’Italia ha luoghi dell’amore conosciuti in tutto il mondo: il balcone di Giulietta a Verona, il sentiero delle Cinque Terre in Liguria, il Ponte dei Sospiri di Venezia. E ne potrebbe avere uno in più, se Ravenna non fosse smemorata. Nella città romagnola, infatti, c’è una statua che è stata baciata da milioni di donne, soprattutto in febbraio, mese di San Valentino: speravano, sfiorandola con le labbra, di sposarsi entro l’anno.

Arrivavano qui da tutti i continenti per Guidarello Guidarelli. E quella leggenda nata attorno al bacio lo aveva reso famoso anche fuori dalla sfera dell’arte, nel cinema e nella letteratura, aggiungendosi prepotentemente ad altri ‘richiami’ di Ravenna, come i mosaici. Purtroppo per lui – e per il turismo locale – tutta questa notorietà è solo un lontanissimo ricordo: nessuno ormai spinge più su questa ‘credenza popolare’ per creare un nuovo luogo dell’amore. Guidarello Guidarelli adesso è tranquillo, isolato dalla popolarità, sempre negli spazi del locale museo d’arte, la Loggetta Lombardesca, la sua casa da diversi anni, però senza riflettori, in un un’anonimato quasi sonnolente.

La statua, scolpita nel 1525 da Tullio Lombardo, che vanta molte copie lontano dall’Italia, è sottratta alle masse popolari, rapita a quel fenomeno che la mise a rischio: i rossetti la danneggiarono e fu necessario nel 2004 un restauro. Ma perché costringerla a una ‘prigione dorata’? La sua leggenda non è pubblicizzata, attorno a lei non ci sono eventi, insomma non è più un’attrazione, non è sfruttata per richiamare turisti e alla Loggetta c’è solo un piccolo pannello che ne ricorda (in parte) le gesta. Con tanti saluti ai baci e all’amore.

Guidarello Guidarelli era un cavaliere, nato a Ravenna tra il 1450 e il 1460. Nella sua vita partecipò a diverse battaglie, fino a quando nel 1501, al fianco di Cesare Borgia, impegnato nella campagna di guerra per conquistare la Romagna, morì per le ferite riportate a Imola, non durante un duello, ma in un ballo mascherato.

Si ipotizzò una vendetta oppure un semplice litigio. Da lì, è stato avvolto dal mistero, sull’onda della stupenda lastra sepolcrale realizzata dal veneziano Lombardo e conservata sempre nella città romagnola. Le sue forme e la sua espressione hanno sedotto scrittori e poeti: anche Gabriele D’Annunzio gli ha dedicato versi bellissimi. E l’arte lo proiettò sui palcoscenici internazionali, spingendo molti musei esteri ad aumentarne la fama chiedendo in prestito la statua per esporla. E così nel 1935, tornò da Parigi piena di tracce di rossetto, episodio che fece esplodere, grazie a qualche giornalista, la leggenda popolare. A Ravenna si dice che è stato baciato da quasi cinque milioni di donne, venute a toccarlo per conquistarsi un matrimonio. Tutte infatuate di un guerriero che finiva in prima pagina sulle riviste e in primo piano in televisione e nei film, come ad esempio nel 1970 in una pellicola con Sydne Rome, dove l’attrice lo bacia con sensualità. C’era chi si nascondeva di notte nel museo per poterlo ammirare e l’ufficio del turismo era inondato da fiori e lettere a lui indirizzate.

Il restauro del 2004 ha detto basta: non si può più toccarlo, è vietato e le telecamere controllano. Addio folle. Guidarello va lasciato in pace. Come se unire il turismo popolare all’arte fosse un sacrilegio a Ravenna. Sbagliato: non ce ne è mai abbastanza di città del bacio e dell’amore. Ma l’appello lo lanciamo lo stesso: chi può provi ancora a baciare Guidarello.