UGO BENTIVOGLI
Cronaca

Grisandi, il colosso del pedale. Un campione del mondo diventato investigatore

Si è spento a 60 anni, dopo una malattia. Ha partecipato alle Olimpiadi di Seul e Los Angeles, in pista ha ottenuto più di cento vittorie. Forestale poi carabiniere, era appena andato in pensione .

Si è spento a 60 anni, dopo una malattia. Ha partecipato alle Olimpiadi di Seul e Los Angeles, in pista ha ottenuto più di cento vittorie. Forestale poi carabiniere, era appena andato in pensione .

Si è spento a 60 anni, dopo una malattia. Ha partecipato alle Olimpiadi di Seul e Los Angeles, in pista ha ottenuto più di cento vittorie. Forestale poi carabiniere, era appena andato in pensione .

Non pedalerà più nelle strade della sua Romagna, cosa che non aveva mai smesso di fare, se non negli ultimi tempi della terribile e spietata malattia che l’ha portato via alla sua famiglia e al mondo del ciclismo. Nato a Ravenna, Giampaolo Grisandi aveva da poco compiuto 60 anni, lo scorso 4 dicembre, quando era andato in pensione per raggiunti limiti di età. Già un mese prima della pensione da Luogotenente dei Carabinieri – era emigrato dalla Forestale ai tempi della fusione dei due corpi militari – gli era stato diagnosticato il male fatale che lo ha portato via ieri mattina verso le 4,30. "Il “Griso“ era davvero ben voluto da tutti – dice il campione ravennate Andrea Collinelli, già medaglia d’oro nell’inseguimento individuale ad Atlanta ’96, anche lui alla Forestale al tempo – ed era assolutamente impossibile non volergli bene. È una perdita enorme: era un caro amico con cui ho condiviso tanti viaggi, eravamo assieme in nazionale, nella Forestale, siamo stati anche tecnici azzurri, seppur in due categorie differenti, nello stesso periodo. Ho mille aneddoti e mille ricordi anche se adesso il dolore per una perdita così improvvisa è molto forte, pur se negli ultimi tempi non ci frequentavamo più tanto". Il "Colosso di Ravenna" è stato un grandissimo pistard. Campione del Mondo di inseguimento a squadre nel 1985 con Martinello, Amadio e Brunelli, poi 6º ai Giochi Olimpici di Seul, sempre nell’inseguimento a squadre mentre 4 anni aveva vissuto un’avventura a Cinque Cerchi, ma come riserva, a Los Angeles. Era entrato nel Corpo Forestale nel 1988, una sorta di investimento come amava definirlo, senza passare professionista. Lasciato l’agonismo nel 1994, si era dedicato al lavoro: nel 2010 era entrato nella Sezione di Polizia Giudiziaria, passando nel 2017 nell’aliquota dei Carabinieri, dopo l’assorbimento della Forestale da parte di questi ultimi. Apprezzatissimo per disponibilità, umanità e l’alta preparazione, aveva dato il meglio di sé nelle indagini tecnico informatiche. Come dava sempre il meglio di sé in pista: il velodromo Servadei di Forlì lo aveva visto mille volte protagonista.

Cresciuto nella Sc Ravenna, aveva iniziato a vincere sin dai suoi inizi: tre gare e due campionati Regionali tra i Giovanissimi, ben 15 successi da Esordiente e ancora 13 da Allievo. Passato Juniores nel 1981 si mette in luce ai Regionali su pista, vincendo tre titoli di campione dell’Emilia-Romagna: chilometro da fermo, velocità e inseguimento. Agli italiani, poi si piazza secondo nell’inseguimento a squadre. Corre anche su strada ma è in pista che dà il meglio con oltre 100 vittorie, vestendo la maglia azzurra in più occasioni e conquista anche un argento individuale ai Giochi del Mediterraneo a Casablanca, nel 1983. In particolare, nello stesso anno, si piazza terzo nell’inseguimento individuale ai Mondiali Militari ma è anche Campione Italiano di inseguimento individuale, quasi 30 anni dopo l’ultimo romagnolo, il mitico Ercole Baldini.

Ugo Bentivogli

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