Grillini positivo al doping. I test eseguiti alla Cento: "Farmaco non alterante"

Il consigliere comunale e triatleta è stato sospeso dal Tribunale antidoping

Grillini positivo al doping. I test eseguiti alla Cento: "Farmaco non alterante"

Grillini positivo al doping. I test eseguiti alla Cento: "Farmaco non alterante"

Il consigliere comunale e triatleta Alessio Grillini è stato sospeso in via cautelare dal Tribunale nazionale antidoping per la positività a una sostanza proibita, il betametasone, riscontrata tramite test delle urine al termine della 100 km del Passatore dello scorso maggio, in cui il 45enne faentino si era classificato ventesimo. La proposta di sospensione porta la firma della Procura nazionale antidoping: il controllo era stato disposto dall’Organizzazione nazionale antidoping, la Nado. La positività è relativa a una sostanza, il betametasone appunto, presente in farmaci utilizzati ad esempio per curare infiammazioni. Proprio a uno di questi, il Bentelan, potrebbe essere riconducibile la positività. "Trattasi di un farmaco il cui utilizzo non è finalizzato ad alterare prestazioni sportive – fa notare l’avvocato Gianpaolo Rossini, nominato da Alessio Grillini – e che un atleta può assumere qualora abbia richiesto un’esenzione temporanea". La strategia difensiva di Rossini, in attesa delle controanalisi, sembrerebbe dunque quella di presentare come unica eventuale colpa del suo assistito quella di non avere richiesto un’esenzione. Grillini non si nega a chi gli chiede spiegazioni: "Non ho mai inteso alterare risultati sportivi o cercare scorciatoie. I miei allenamenti sono caricati sull’app Strava, le mie prestazioni sono migliorate a piccoli passi, nel corso degli anni. Alla 100 km del Passatore ho conseguito il mio miglior risultato, ma si tratta di un tempo, otto ore e 12 minuti, in linea con quelli ottenuti in gare simili già a partire da quest’inverno".

Il consigliere comunale sarà ascoltato dalla Procura nazionale antidoping probabilmente all’inizio della prossima settimana: per lui potrebbe concretizzarsi una semplice nota di biasimo o anche una sanzione massima di due anni di squalifica dalle competizioni – che potrebbero ridursi ad alcuni mesi in caso di patteggiamento – oltre a eventuali sanzioni accessorie di natura pecuniaria. La Procura nazionale antidoping in questi casi può inoltre trasmettere il fascicolo anche alla Procura della Repubblica territorialmente competente, dal momento che l’assunzione di sostanze dopanti in Italia costituisce reato: "Ma l’archiviazione è l’ipotesi più probabile – conclude l’avvocato Rossini – nei casi in cui il giudice sportivo riconosce che un’eventuale assunzione è avvenuta per motivi squisitamente sanitari".

Filippo Donati