Ravenna, 16 novembre 2021 - Due ore di fila con gli occhi sgranati sulla lista dei primi 79 Green pass sequestrati dalla polizia. E lui lì, a indicare chi sì e chi no. E alla fine ieri mattina, al termine dell’interrogatorio di garanzia, Mauro Passarini, il medico 64enne arrestato mercoledì sera a Marina di Ravenna con l’accusa di avere simulato vaccinazioni anti-covid19 solo per fare ottenere il certificato verde a decine di no vax, di nomi ne ha indicati una cinquantina.
L'aggiornamento Green pass falsi a Ravenna, sei sanitari rifiutano il test degli anticorpi
Green Pass falsi: sequestrato il certificato anche a un medico degli Infettivi
Green pass senza vaccino a Ravenna, ascoltato per due ore il medico arrestato
Il che significa che a suo avviso quei pazienti erano andati da lui con il chiaro intento di non farsi vaccinare. Nella lista figura anche uno dei due medici - una psichiatra e un oculista - che compaiono tra i 79 nomi. E sui camici bianchi, non è l’unico sussulto capace di animare ulteriormente la vicenda: perché proprio mentre Passarini sciorinava circostanze e nomi, è emerso che, su richiesta del Pm ravennate Angela Scorza, sono stati sequestrati altri cinque Green pass di persone vaccinate dal 64enne: si tratta di sanitari, ovvero di operatori che lavorano in contesti perlopiù ospedalieri o comunque che hanno a che fare con persone malate. La sorpresa qui è arrivata in special modo da uno dei nomi: un medico degli Infettivi dell’ospedale di Ravenna. Nell’elenco ci sono anche un infermiere professionale, una ostetrica di un consultorio, una infermiera dell’Ausl Romagna e un’altra infermiera già in servizio alla terapia intensiva-cardiologia. Passarini ha detto di non avere ricevuto da nessuno un solo centesimo: e i 1.555 euro che la squadra Mobile gli aveva trovato in tasca alla prima perquisizione del 17 ottobre successiva alla vaccinazione in seconda dose di una 12enne arrivata apposta da Belluno con il padre, li aveva prelevati giorni prima per un corso di meditazione e se li era dimenticati. Il medico ha precisato di essersi solo prestato alle richiesta di quei no vax a lui convogliati in special modo da un guaritore di una città del nord che aveva conosciuto durante alcuni corsi. Il 64enne, di origine bolognese ma da tempo residente sul litorale ravennate, ha negato di essere un no vax tanto da essersi a sua volta auto-vaccinato. La sua opera – ha spiegato – era piuttosto animata da un certo risentimento verso un vaccino che considerava pericoloso e nocivo. Per quanto riguarda le 13 fiale Pfizer recuperate dagli inquirenti abbandonate a temperature ambiente – quindi inutilizzabili – su un lettino del suo secondo studio a Ravenna, l’indagato ha precisato di averle dimenticate lì dopo un malore seguito da un momento di sconforto personale. "Ha spiegato quello che c’era da spiegare", ha detto il suo avvocato Carlo Benini. Passarini è stato riaccompagnato in cella in attesa che il Gip si pronunci sulla richiesta di domiciliari fatta dalla difesa. A questo punto gli indagati – per concorso in falso – potrebbero diventare diverse decine. Il medico deve rispondere anche del peculato delle fiale di vaccino non usate e della corruzione legata ai contanti trovati in tasca.