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Gotti, brocche e vino ‘bruciato’. Tra gusto, arte e storia

Tra i protagonisti della Nott de Bisò c’è il vin brulé, bevanda calda a base di vino rosso, zucchero e...

Tra i protagonisti della Nott de Bisò c’è il vin brulé, bevanda calda a base di vino rosso, zucchero e spezie, diffusa in numerosi Paesi e semplice da preparare. In Italia esistono differenti varianti tra cui il Bisò, appunto, che è la versione romagnola. L’ipotesi più accreditata vuole che il vocabolo ‘Bisò’ provenga dall’espressione del dialetto romagnolo "bevi su", esortazione che serviva per fare capire che, se si fosse indugiato troppo a lungo, il vin brulè si sarebbe freddato. Il vin brulè è poco alcolico poiché durante la sua preparazione gran parte dell‘alcol brucia o evapora. Per questo può essere bevuto, con moderazione, anche da chi normalmente non tollera gli alcolici. Ogni rione ha la propria ricetta segreta tramandata per tradizione.

Se volete prepararlo anche voi, ecco la ricetta: ingredienti sono una bottiglia di vino rosso corposo sangiovese, 100 grammi di zucchero semolato bianco, un pizzico di zenzero fresco grattugiato, 4 pezzetti di cannella, 4 chiodi di garofano, scorze essiccate di limone (o limone biologico grattugiato). Versare il vino in una pentola con il fondo spesso e unire lo zucchero, le spezie e le scorzette. Far sobbollire a fuoco dolce per 10 minuti, filtrare con un colino a maglie fitte e servire subito in tazza o in bicchieri termo resistenti.

Il consiglio è quello di sentire il Bisò la notte del 5 gennaio nelle tradizionali ciotole di ceramica, i ‘gotti’, esposti insieme alle brocche ogni dicembre nelle vetrine dei negozi della città, nelle sedi rionali e il 5 gennaio negli stand allestiti in piazza del Popolo, dal 1964 ad oggi. Divenuti negli anni dei veri e propri oggetti di culto e collezionismo, la cronologia dei preziosi oggetti è contenuta nella bella pubblicazione ‘Catalogo del Gotto’, realizzata dall’Accademia Medievale di Faenza. Il ‘Catalogo del Gotto’, in due volumi, contiene schede con indicate le schede dei vari servizi di ceramica, con la spiegazione artistica e storica delle tipologie anno per anno. Si inizia dal 1964 con gotti e brocche semplici, dipinti con un filetto verde rame all’esterno e stemma rionale all’interno, fino ad arrivare al motivo ‘Vasellame amatorio’ del 2024.

Gabriele Garavini