Nel 2023 Ravenna al 19° posto in Italia per infortuni sul lavoro con 10 incidenti mortali e un dato di 58 infortuni per milione di occupati. I dati sono stati diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre. Si tratta di numeri importanti ma che vanno letti con attenzione. Infatti, come spiega Gianpiero Mancini, direttore del Servizio prevenzione e sicurezza in ambienti di lavoro di Ravenna dell’Ausl Romagna, nel corso del 2023, nella provincia di Ravenna, "gli infortuni mortali occorsi a lavoratori durante lo svolgimento di attività di produzione quali l’edilizia, l’agricoltura o altri comparti produttivi sono stati in numero di 4. Sono esclusi da questo computo, oltre che gli infortuni "in itinere", anche quelli propriamente stradali, avvenuti cioè ad autisti di professione o comunque durante il trasporto di materiali su strada pubblica, la cui origine è di norma riconducibile a violazioni del Codice della strada e non a violazioni delle norme relative alla sicurezza sul lavoro; tali eventi rientrano comunque nell’ambito della tutela assicurativa dell’Inail". È quindi probabile che la discrepanza tra il dato riportato da Vega Engineering e quello detenuto dal Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Ravenna (dell’Azienda USL della Romagna) sia da attribuire agli incidenti stradali durante il lavoro con esito mortale.
Nel corso del 2023 il servizio Prevenzione sicurezza ha controllato circa 1.300 aziende. Tra i luoghi di lavoro maggiormente interessati dai controlli vi sono: 410 interventi in cantieri edili, di cui oltre 200 impegnati nella rimozione dell’amianto, 69 interventi in agricoltura e 93 nell’area portuale di Ravenna. "Il livello di adesione alle norme – spiega – è ovviamente variegato e le maggiori criticità le osserviamo nei cantieri edili che hanno durata limitata, varia provenienza geografica dei lavoratori e lavorazioni molto diversificate. In tutti questi casi il miglioramento è meno percepibile e vi sono eventi, come le cadute dall’alto, che si potrebbero prevenire usando le normali precauzioni di cantiere". Diversa la situazione al Porto, spiega Mancini, "dove il tasso di inosservanza è diminuito, anche (ma non solo) grazie all’applicazione del protocollo sulla sicurezza messo nero su bianco nel 2007 e successivamente più volte rinnovato".
Secondo Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, "Anche a fine 2023 rimane alta la preoccupazione per i lavoratori stranieri: una categoria che si conferma soggetta ad un rischio infortunistico molto più elevato, con un’incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale, in ragione spesso di una non adeguata formazione sulla sicurezza. La formazione, infatti, rimane sempre uno dei principali fattori per ridurre gli infortuni, ma evidentemente dobbiamo riuscire ad incidere in modo molto più efficace anche sui lavoratori stranieri, superando le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua".
Giorgio Costa