REDAZIONE RAVENNA

Gli autocostruttori di Filetto. Risarciti con 70mila euro: "Uno smacco per il Comune"

Esecutiva la sentenza del Tar, che però è stata impugnata. Ancisi: "Si doveva vigilare". Il vicesindaco Fusignani: "La proposta non fu stata ritenuta congrua, ma è la stessa cifra".

Gli autocostruttori di Filetto. Risarciti con 70mila euro: "Uno smacco per il Comune"

L’annosa “querelle” tra il Comune di Ravenna e la cooperativa Mani unite sul progetto di auto-costruzione a Filetto costa 70.000 euro a Palazzo Merlato. E potrebbe non essere finita qui. A mettere nero su bianco il conto è la sentenza del Tar della primavera scorsa e il conseguente debito fuori bilancio illustrato questo pomeriggio in commissione dal vicesindaco Eugenio Fusignani.

"La storia ha occupato il Consiglio comunale più volte e questa delibera non è comprensiva di tutta la discussione più volte fatta, anche in mandati precedenti", spiega ricordando i fatti: la proposta formulata dal Comune agli Autocostruttori di Filetto di "riconoscere una quota che guarda caso è la stessa della sentenza" non è stata ritenuta "congrua e hanno fatto ricorso. Il Tar – prosegue- ha reso esecutivo il riconoscimento di quella somma da rifondere alla cooperativa".

Tuttavia, precisa, di quella quota circa 54.000 euro sono bloccati dall’impresa che ha fatto materialmente l’opera, l’impresa Alisei. Dunque circa 16.000 euro vengono riconosciuti agli Autocostruttori, ecco perché, conclude Fusignani, "temo che non sia l’ultima volta che ci ritroveremo sul tema, la sentenza è stata impugnata dagli Autocostruttori".

Insomma, "ci saranno altre puntate di questa querelle".

Da conoscitore della questione, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna ricostruisce perché al Comune è stato sentenziato il risarcimento danni per responsabilità contrattuali ed extracontrattuali. Si tratta di una "grave sconfitta, definitiva".

L’ammontare di 70.000 euro "non può scendere, ma aumentare se verrà accolto il ricorso presentato dalla cooperativa sul quantum".

Per le 21.000 ore di manovalanza aveva infatti fissato 440.000 euro. "Per loro trattabili – sottolinea Ancisi – bastava un po’ di volontà politica".

Una delle "colpe" dell’amministrazione, oltre a quella di non avere correttamente vigilato sull’iter del protocollo d’intesa siglato nel 2006. Di certo per la città è "uno smacco" perché la sentenza del Tar "nega anche la pretesa del Comune di ottenere un risarcimento per circa 1,8 milioni di euro".

Così, conclude, "possono tornare a respirare" 14 famiglie che si liberano anche del debito di 53.000 euro. Il Comune è stato "latitante e inadempiente", concorda Renato Esposito di Fratelli d’Italia.

E "non è una novità". Sceglie di non replicare il vicesindaco che darà le dovute risposte in Consiglio comunale.