Tartarughe, granchi, trigoni, cavallucci marini. Tutti gli anni li incontriamo in spiaggia e ci immergiamo nel loro habitat. E loro si sentono talmente a casa sulla nostra costa che a fine giugno una tartaruga Caretta caretta ha deposto 96 uova sulla spiaggia di Milano Marittima: e sarebbe la prima volta, "o almeno la prima in cui un evento del genere viene documentato qui da noi – spiega Simone D’Acunto, direttore del Cestha di Marina di Ravenna, centro sperimentale per la tutela degli habitat –. Forse era già successo in passato, ma in un orario in cui nessuno se ne era accorto. Potrebbe, però, essere anche il primo caso assoluto, e in tal caso è un campanello d’allarme: significherebbe che le temperature del mare si sono alzate tanto che questa zona è diventata idonea per le tartarughe per deporre le uova. Lo scopriremo col tempo: se inizieremo a vedere spesso dei nidi vorrà dire che tutto l’ecosistema sta cambiando. Che l’acqua si stia scaldando, del resto, è oggettivo".
L’estate è comunque da sempre la stagione in cui c’è la maggior concentrazione di tartarughe nell’Adriatico occidentale: "Negli anni i numeri sono stabili e anche in leggero aumento – prosegue D’Acunto –. Principalmente vengono qui perché trovano una buona alimentazione: granchi, piccoli molluschi e crostacei. Insomma, vengono in Romagna perché si mangia bene. Noi ne salviamo oltre un centinaio all’anno, ma troviamo anche tracce di spiaggiamenti di esemplari morti: almeno 100120 tutti gli anni sulla costa ravennate".
Questo è anche il periodo in cui è più comune incontrare in spiaggia i trigoni. Quattro anni fa si creò un’accesa discussione su questo animale dopo che un esemplare venne preso a bastonate da un turista, fermato poi dalle altre persone in spiaggia. "Occorre ricordare che si tratta di animali selvatici da non disturbare – prosegue D’Acunto – e che non sono pericolosi se lnon i si mette nella condizione di doversi difendere. Hanno un pungiglione a metà della coda: meglio non rincorrerli per le foto. Li si vede in spiaggia alle prime luci del mattino, per partorire. Non sono in difficoltà se non si trovano spiaggiati fuori dall’acqua: in quel caso meglio chiamarci".
Ultimamente si trovano spesso anche i granchi blu, "su cui c’è molta attenzione ora – aggiunge D’Acunto –. Sono crostacei di origini americane che da adulti arrivano ad avere un carapace di una quindicina di centimetri. Si vedono qui già da diversi anni, non sappiamo che cosa li abbia portati ma sicuramente trovano condizioni favorevoli alla loro proliferazione, anche a causa del riscaldamento globale".
Si vedono sempre meno, invece, i cavallucci marini: "Negli anni ’50 mi hanno detto che era comune ritrovarli spiaggiati, ma poi sono diventati sempre meno – conclude D’Acunto –. Siccome stanno diventando rari, la raccomandazione è osservarli senza cercare di metterli in un bicchiere o in contenitori dove rischierebbero di consumare subito tutto l’ossigeno e morire. Li si vede ancora nelle spiagge più naturali, come quella di Lido di Classe".
Sara Servadei