Corre il 28’ del secondo tempo della gara del girone N di Seconda Categoria tra i locali del Punta Marina e il Porto Fuori. Gli ospiti stanno conducendo per 2-0, grazie alle reti nel primo tempo di Chucks e Garavini, quando all’improvviso il tempo sembra fermarsi. Un giocatore della squadra di casa si accascia al suolo, senza preavviso, sotto gli occhi attoniti di compagni, avversari e tifosi. Un attimo di gelo, un silenzio irreale avvolge il "Cavallucci", il piccolo impianto di Punta Marina. Il calcio, in quel momento, non esiste più: esiste solo la paura.
I primi a intervenire sono i compagni e gli avversari, che si precipitano su di lui, chiamandolo, scuotendolo, cercando un segnale di reazione. Lo staff medico delle due squadre scatta in campo e nel frattempo qualcuno chiama i soccorsi. L’ambulanza arriva a sirene spiegate in via delle Americhe, mentre tutti trattengono il fiato. L’arbitro Luca Faccioli di Ravenna capisce subito che non si può continuare: lo shock è troppo grande, la partita non ha più senso. Senza esitazioni, sospende l’incontro.
Nel tragitto verso l’ospedale Santa Maria delle Croci, la tensione è alle stelle. Il timore che possa essere accaduto qualcosa di grave è palpabile, perché episodi simili hanno segnato tragicamente il mondo del calcio, anche a livelli ben più alti. Nessuno dimentica quei momenti in cui la vita di un atleta può spezzarsi all’improvviso. Ore di apprensione seguono il ricovero, ma finalmente, in serata, arriva la notizia che tutti speravano: il giocatore è vigile, cosciente e addirittura sorridente nelle foto che manda ai compagni per rassicurarli. Un sospiro di sollievo per tutti, ma resta la necessità di capire le cause del malore, affinché episodi simili non debbano più ripetersi.
u.b.